Ottima accoglienza del pubblico per la prima al Teatro Quirino-Vittorio Gassman di “Testimone d’accusa”, il capolavoro di Agatha Christie che ha debuttato martedì scorso. Quello che è considerato il migliore dramma giudiziario di sempre, è stato portato in scena dal regista napoletano Geppy Gleijeses che nelle prime esibizioni veste anche i panni dell’avvocato Wilfrid Robarts, sostituendo temporaneamente l’indisposto Giorgio Ferrara.
Gli altri protagonisti sono un giovane talentuoso, Giulio Corso, nei panni di Leonard Vole, accusato di omicidio, e una carismatica Vanessa Gravina in quelli di sua moglie, Roamine Heilger. “Testimone d’accusa” fu pensato inizialmente come racconto breve dalla regina del giallo che nel 1953 lo trasformò in un’avvincente pièce teatrale a Londra. Fu poi Billy Wilder, nel 1957, a farne un riuscitissimo film con Charles Laughton, Tyrone Power e Marlene Dietrich.
Questa produzione italiana Gitiesse Artisti Riuniti con la traduzione di Edoardo Erba, in scena fino al 29 gennaio, ne restituisce la suspense che tiene il pubblico incollato alla sedia fino all’ultima battuta, puntando sul realismo molto rigido. Due spunti interessanti sono lo stenografo che nell’aula di tribunale scrive i verbali del processo su una macchina stenografica autentica del 1948, e sei giurati che vengono selezionati sera dopo sera tra il pubblico in sala. In totale gli attori che si alternano in scena sono 12. Ininterrotto successo a teatro in Inghilterra, ma anche in America,
“Testimone d’accusa” si apre con Leonard Vole che viene arrestato per l’omicidio della ricca vedova Emily French, una donna più avanti negli anni con cui intratteneva una relazione dai confinmi poco chiari e che lo aveva nominato suo principale erede. La moglie austriaca di Vole, Christine, rifiuta di testimoniare in difesa del marito diventando la sua principale testimone d’accusa, ma Leonard si rivolge a un celebre e anziano avvocato, Wilfrid Robarts, che potrebbe scagionarlo. Solo un caso di adulterio? Non esattamente perchè nulla in Testimone d’accusa è come sembra, e la tensione cresce continuamente fino al doppio colpo di scena finale.