AGI – Notte di festa tra balli e vuvuzelas in Costa d’Avorio per il terzo trionfo degli Elefanti in Coppa d’Africa, quasi 10 anni dopo l’ultimo successo del 2015. Per le strade sono risuonati i clacson e i botti dei fuochi d’artificio mentre migliaia di tifosi cantavano e ballavano il ‘colpo di martello’, la canzone di Tam Sir (con radici ivoriane, camerunensi e senegalesi) che è diventato l’inno ufficioso del torneo. La coreografia è composta da due passi molto semplici che i calciatori ivoriani hanno danzato negli spogliatoi.
La rete del 2-1 che all’81mo ha completato la rimonta sulla Nigeria è l’emblema della sofferenza di un Paese e di una nazionale: a segnarlo, dopo il momentaneo pareggio dell’ex milanista Frank Kessie al 68mo, è stato Sebastien Haller, l’attaccante del Borussia Dortmund che nel 2022 si era dovuto fermare per un tumore maligno ai testicoli da cui è guarito dopo due operazioni e quattro cicli di chemioterapia.
Haller ha fatto esplodere i tifosi di casa allo stadio Alassane Ouattara di Abdijan e l’intero Paese a cui il presidente che ha dato il nome allo stadio ha regalato un lunedì di festa nazionale.
Malgrado il fattore campo, gli arancioni partivano sfavoriti con le Super Aquile, anche perchè si erano qualificati come migliore terza nella fase a gironi e avevano piegato solo ai rigori il Senegal agli ottavi prima della sofferta vittoria in rimonta sul Mali ai quarti e lo striminzito 1-0 in semifinale contro la Repubblica Democratica del Congo. Rientro in patria amaro per le Super Aquile che il presidente nigeriano Bola Tinubu ha provato a consolare con un post su X: “E’ stato un viaggio segnato da ostacoli, ogni volta superati con prestazioni in costante miglioramento, culminate con l’arrivo in finale. Invito i miei connazionali nigeriani a essere di buon umore”. “Lasciamo che questo evento non ci scoraggi ma ci unisca per lavorare di più”, l’esortazione di Tinubu, “siamo una grande nazione, unita dalla nostra bandiera verde-bianco-verde, che simboleggia la resilienza, la gioia, la speranza, il dovere e l’amore instancabile”.