Diffuso video con due ostaggi israeliani. Pause umanitarie quotidiane a Gaza

AGI – Mentre una delegazione di Hamas, guidata dal capo dell’ufficio politico Ismail Haniyeh e dall’ex leader del politburo Khaled Mashal, è arrivata al Cairo per colloqui sugli ostaggi, la Jihad Islamica ha diffuso il video di due prigionieri, un ragazzo e un’anziana. Le Brigate al-Quds, braccio armato della fazione, hanno riferito di essere pronti a liberarli per ragioni “umanitarie e mediche”.

Il filmato mostra la 77enne Hannah Katzir e il 12enne Yagil Yaakov, entrambi rapiti dal Kibbutz Nir Oz. I due vengono ripresi mentre accusano il premier israeliano Benjamin Netanyahu di essere la causa della situazione attuale. Le persone sequestrate nelle mani degli islamisti sono oltre 240. Anche stasera decine di persone hanno protestato sotto la residenza del primo ministro, che ha ammesso la sua responsabilità ma ha rimandato alla fine della guerra qualsiasi decisione riguardo il suo destino politico. 

Scettico il presidente di Israele Isaac Herzog, il quale ha affermato di non credere ad una reale intenzione di Hamas di negoziare la liberazione degli ostaggi presi il 7 ottobre scorso durante l’incursione nel territorio dello Stato ebraico. In una intervista a Nbc News, Herzog ha sottolineato che “non c’è un proposito reale da parte di Hamas circa questa materia”. 

Sì a pause umanitarie ma nessun cessate il fuoco

Israele inizierà una pausa quotidiana di quattro ore nei combattimenti nel Nord di Gaza, secondo quanto riferito dal portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano, John Kirby. Le pause saranno annunciate tre ore prima del loro avvio.

Kirby ha parlato di un “primo passo significativo” e ha aggiunto che Israele ha anche accettato l’apertura di due corridoi umanitari dal Nord al Sud di Gaza; considerato che uno è già aperto, il secondo sarà aperto lungo la costa. 

L’esercito israeliano ha puntualizzato che “ci saranno pause tattiche e locali per gli aiuti umanitari ai civili di Gaza” ma “non c’è alcun cessate il fuoco”, prospettiva per la quale anche il presidente Usa, Joe Biden, non intravede “nessuna possibilità”.

L’inquilino della Casa Bianca ha inoltre rivendicato di aver ottenuto il raddoppio dei corridoi umanitari grazie alla pressione diplomatica di Washington: “Avete la mia parola: continuerò a difendere la sicurezza civile e mi concentrerò sull’aumento degli aiuti per alleviare la sofferenza della popolazione di Gaza”. 

Il ministero della Salute palestinese di Hamas ha intanto annunciato che 10.812 persone sono state uccise nei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza dall’inizio della guerra il 7 ottobre. Tra i decessi registrati finora ci sono 4.412 bambini e 2.918 donne, ha affermato il dicastero.

Abu Mazen al governo della Striscia? solo se ci sarà uno Stato

Secondo il ‘New York Times’, il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha concordato che sarebbe disposto a prendere il controllo della Striscia di Gaza dopo la caduta di Hamas. Abbas accetterebbe l’incarico solo se l’amministrazione Biden si impegnasse a promuovere la creazione di uno Stato palestinese.

La Cisgiordania, sulla carta sotto il controllo dell’Anp, continua intanto a essere bersaglio di raid israeliani, l’ultimo dei quali, a Jenin, ha causato almeno 15 morti.  Altre 20 persone sono rimaste ferite negli scontri con le truppe israeliane nella città e nel campo profughi di Jenin e in altre città palestinesi.

L’esercito israeliano ha annunciato operazioni antiterrorismo nella città cisgiordana ma non ha fornito ulteriori dettagli. Secondo i dati del ministero della Sanità palestinese, dal 7 ottobre sono stati uccisi in Cisgiordania almeno 178 palestinesi.