AGI – Si è conclusa con un minuto di silenzio la fiaccolata in piazza del Campidoglio a Roma in ricordo di Alexei Navalny, il dissidente russo morto nel carcere di Kharp, nella regione autonoma di Yamalo-Nenetsk. Alla fiaccolata hanno partecipato esponenti politici bipartisan oltre ad associazioni e sindacati. Numerose le persone che hanno voluto portare dei fiori deponendoli sotto le due gigantografie di Navalny che sono state allestite in piazza del Campidoglio.
L’immagine di Navalny è stata anche proiettata sul palazzo senatorio del comune di Roma. I partecipanti alla fiaccolata hanno lasciato sotto le foto di Navalny anche diverse candele accese. Tra fiori bianchi e rossi sono stati lasciati anche numerosi messaggi in ricordo dell’attivista e contro il presidente della Russia Putin. “Per Navalny, per la liberta'”, si legge in un cartello lasciato sotto la maxi fotografia di Alexei.
E ancora “Ucciso da Putin. Ucciso ma non piegato” e “Putin in a killer”. Nel corso della serata due attivisti russi residenti in Italia hanno portato la loro testimonianza.
Contestata la Lega
“Vergogna, vergogna”. Così alcuni partecipanti alla fiaccolata, in corso al Campidoglio per ricordare la morte del dissidente russo Navalny, nei confronti del capogruppo della Lega a palazzo Madama, Massimiliano Romeo, anch’egli in piazza. Romeo ha risposto alle contestazioni chiedendo di “non strumentalizzare” ed ha più aggiunto: “Fateci partecipazione alla manifestazione, grazie”. “Cosa è venuto a fare qui?” Si chiede uno dei manifestanti. Qualcuno ha però voluto dissentire dalle frasi contro Romeo: “Non si fa così, siamo qui per Navalny”, dice un anziano che partecipa alla fiaccolata.
Gualtieri, morte Navalny risultato di deliberata persecuzione
“Siamo qui uniti per esprimere lo sdegno e la condanna più forti per la morte di Navalny. Risultato di una lunga, deliberata, feroce persecuzione politica”. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, in piazza del Campidoglio per la fiaccolata per la morte di Alexei Navalny.
“Chiunque ami i valori della libertà e della democrazia – ha aggiunto Gualtieri – non può accettare questa morte in silenzio”. Il sindaco di Roma ha più voluto idealmente ‘abbracciare’ la moglie di Navalny, Julian, e agli altri familiari.