Il re di Giordania: con le violazioni di Israele la regione può esplodere

AGI – Qualsiasi scenario che includa la rioccupazione di parti di Gaza da parte di Israele peggiorerà la crisi e le continue “violazioni” israeliane in Cisgiordania e a Gerusalemme “spingeranno la regione verso un’esplosione“. Lo ha detto il re di Giordania Abdullah secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Petra e ripreso dal quotidinao britannico The Guardian.

Il re Abdullah ha detto che “una soluzione militare o di sicurezza” non avrebbe avuto successo e ha affermato che il conflitto ha avuto origine dall’occupazione e dalla privazione dei diritti del popolo palestinese e che Gaza non deve essere separata dal resto dei territori palestinesi e ha chiesto la fine della guerra e la ripresa di un processo politico basato sulla soluzione dei due Stati.

“Qualsiasi altro percorso si concluderà con un fallimento – ha concluso – e porterà a ulteriori cicli di violenza e distruzione”. Intanto l”impossibilità di seppellire i cadaveri dei pazienti morti sta trasformando il principale ospedale di Gaza in un cimitero: lo ha denunciato il portavoce dell’Oms Christian Lindmeier.

Nonostante la possibilità di lasciare la struttura, secondo il portavoce circa 600 persone sono ancora nell’ospedale. “Intorno all’ospedale ci sono cadaveri di cui non è possibile prendersi cura o nemmeno seppellirli o portarli in qualsiasi tipo di obitorio”, ha detto. “L’ospedale non funziona più come dovrebbe. È quasi un cimitero”, ha aggiunto.

Israele ha trasferito incubatrici per neonati ad al-Shifa. “Stiamo facendo tutto il possibile per ridurre al minimo i danni ai civili, assistere nell’evacuazione e fornire forniture mediche e cibo. La nostra guerra non è contro il popolo di Gaza”, ha scritto sui social l’esercito, mostrando le incubatrici in un video..

“Il reparto pediatrico dell’ospedale Shifa di Gaza City ha bisogno di assistenza – spiega nel video una portavoce – Israele è pronto ad aiutare. Abbiamo fatto un’offerta formale ai funzionari sanitari di Gaza per trasferire le incubatrici nella Striscia di Gaza per assistere il reparto pediatrico dell’ospedale di Shifa. Sono in corso grandi sforzi per garantire che queste incubatrici possano raggiungere i bambini a Gaza senza indugio. 

Scontri con Israele in Cisgiordania, 5 palestinesi uccisi

Cinque palestinesi sono stati uccisi negli scontri con le forze israeliane intorno alla città di Tulkarem, nel nord della Cisgiordania: Lo ha detto all’AFP il direttore di un ospedale locale. I cinque, di età compresa tra 21 e 29 anni, sono stati uccisi durante un’operazione dell’esercito israeliano in città. 

Idf, uccisi 2 soldati israeliani nel Nord della Striscia di Gaza

Le forze di difesa israeliane affermano che altri due soldati sono stati uccisi combattendo contro i terroristi di Hamas nel nord della Striscia di Gaza, portando a 46 il bilancio delle vittime dell’operazione di terra israeliana. Lo riporta il quotidiano The Times of Israel.

L’Unione Europea ha chiesto pause umanitarie immediate nella Striscia di Gaza, dove metà degli ospedali non sono più operativi, ha condannato Hamas per l’utilizzo dei civili come scudi umani, e ha esortato Israele a ricorrere al “massimo contenimento” per proteggere i civili nella guerra in corso nella riunione dei ministri degli Esteri dei 27 a Bruxelles e l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, si è detto “profondamente preoccupata per l’aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza”.

Nell’ospedale al-Shifa restano più di 3.500 persone, quasi un terzo di quante ne erano state riportate durante il fine settimana. Mohammed Zaqout, direttore degli ospedali di Gaza, ha detto ad al-Jazeera che circa 650 pazienti, 500 operatori sanitari e 2.500 sfollati rimangono all’interno del complesso di Gaza City. Le cifre sono inferiori a quelle diffuse nel fine settimana, quando era stato riferito che sul posto si trovavano 1.500 pazienti, 1.500 operatori sanitari e 7.000 sfollati. 

“Spero e mi aspetto che ci siano azioni meno intrusive nei confronti dell’ospedale”, ha affermato il capo della Casa Bianca, Joe Biden, sottolineando che “l’ospedale deve essere protetto”. Nella struttura di al-Shifa, medici denunciano mancanza di acqua, cibo e carburante, con centinaia di pazienti e oltre duemila sfollati.

Direttore ospedale Al Shifa, cani stanno mangiando i cadaveri

Il direttore dell’ospedale Al Shifa, Abu Selmia, ha detto che l’ospedale è stato in contatto con la Croce Rossa per cercare di coordinare la sepoltura dei corpi, di cui ce n’erano circa 150 nell’ospedale, ma gli è stato risposto che al momento non è fattibile. Ha aggiunto che i cani stanno mangiando i cadaveri.

Mezzaluna Rossa, ultimo generatore ospedale Al-Amal ha smesso di funzionare

 La Mezzaluna Rossa Palestinese ha affermato che l’unico generatore di corrente dell’ospedale Al-Amal, nel sud di Gaza, ha smesso di funzionare. In una dichiarazione pubblicata sui social media, l’organizzazione ha affermato che la vita di 90 pazienti dell’ospedale è a rischio, di cui 25 nel reparto di rianimazone “che ora affrontano il rischio di morire in qualsiasi momento”. L’ospedale fa affidamento su un generatore “molto piccolo” e si prevede che il carburante rimanente si esaurirà entro 24 ore.

Onu, la situazione degli ospedali è terribile

Il Segretario generale delle Nazioni Unite è “estremamente preoccupato” riguardo la situazione negli ospedali di Gaza, che stanno chiudendo, ma “resta in costante contatto telefonico con le parti” per trovare una soluzione. Lo ha detto il portavoce di Anto’nio Guterres, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso dell’incontro quotidiano con i media.

“Il segretario generale – ha spiegato Stèphane Dujarric – è stato al telefono tutto il weekend, cercando di capire come andare avanti. Io penso che i fatti non siano segreti, giusto? La situazione non è segreta. La situazione è davvero, davvero terribile”. “Siamo estremamente preoccupati – ha aggiunto – per quello che può succedere nei prossimi giorni”. Dujarric ha parlato di “disastro umanitario sotto gli occhi di tutti”.

La testimonianza di Medici senza Frontiere 

 “Non c’è elettricità, non c’è acqua. Non abbiamo più cibo. Le persone moriranno in poche ore senza un impianto di ventilazione funzionante. Di fronte all’ingresso principale ci sono molti cadaveri, anche pazienti feriti, ma non possiamo farli entrare in ospedale”. È quanto riferisce Medici Senza Frontiere che stamane è riuscita a mettersi in contatto con uno dei suoi chirurghi che lavora all’ospedale di Al Shifa, nella Striscia di Gaza.
“Noi medici dell’ospedale siamo pronti a lasciare l’ospedale solo se i pazienti saranno evacuati per primi: non vogliamo lasciare i nostri pazienti”, ha affermato, sottolineando che “la situazione è grave, inumana”.