Il treno di Kim in viaggio verso la Russia

AGI – Il leader nord-coreano, Kim Jong-Un, è atteso a Vladivostok per incontrare il presidente russo Vladimir Putin e discutere di forniture di armi alla Russia. La notizia dell’arrivo di Kim è stata rilanciata oggi dai media russi: Kim potrebbe arrivare a Vladivostok a bordo del suo treno blindato, per incontrare il leader del Cremlino a margine del forum economico che si tiene ogni anno nella città dell’estremo oriente russo.

Il viaggio di Kim a Vladivostok sarebbe il primo al di fuori dei confini della Corea del Nord degli ultimi quattro anni, e il primo dallo scoppio della pandemia di Covid-19. Il viaggio di oltre mille chilometri potrebbe richiedere un giorno intero, date le condizioni delle ferrovie nord-coreane.

Qualora la visita fosse confermata, Kim riprenderebbe a viaggiare proprio dall’ultima località estera visitata: Vladivostok, dove si recò il 25 aprile 2019, sempre per incontrare Vladimir Putin, a due mesi dal fallimento del summit di Hanoi con gli Stati Uniti guidati da Donald Trump per l’abbandono delle armi nucleari. I viaggi del leader nord-coreano sono spesso coperti dal mistero, e mai preannunciati.

Dopo essere salito al vertice del potere alla morte del padre, Kim Jong-il, a fine 2011, Kim ha effettuato il primo viaggio all’estero solo nel marzo 2018, quando, in segreto, si recò a Pechino per incontrare il leader cinese, Xi Jinping. Kim varcò il confine a bordo del suo treno blindato e arrivò nella capitale cinese senza un annuncio ufficiale. Solo a cose fatte vennero diffuse le immagini e le trascrizioni degli incontri nella capitale cinese. 

L’incontro con Xi, il leader del principale sponsor economico della Corea del Nord, era scontato, e lo stesso Kim lo ammise. Con chi altri avrebbe potuto incontrarsi, per primo? Un mese più tardi, a fine aprile, Kim si recò a Panmunjom, al confine con la Corea del Sud per il suo primo summit con il presidente sud-coreano, Moon Jae-in, in un clima quasi di festa.

Fu la prima volta che un leader nord-coreano metteva piede in Corea del Sud dall’armistizio che segnò la fine delle ostilità della guerra di Corea, nel 1953. Pochi giorni dopo, a inizio maggio, Kim ebbe un altro summit con Xi, a Dalian, nel nord-est della Cina, mentre crescevano le attese per un summit con Trump.

Lo storico incontro si tenne a Singapore, il 12 giugno 2018. Kim si recò nella città-Stato asiatica a bordo di un Boeing 747 operato da Air China, messo a disposizione da Pechino. Il meeting di Sentosa si concluse con un comunicato congiunto sullo stabilimento di nuove relazioni tra i due Paesi, in cui si citavano garanzie di sicurezza per la Corea del Nord e l’impegno per la fine del proprio programma di armi nucleari.

Pochi giorni dopo il summit di Singapore, Kim tornò in Cina, per la terza volta in pochi mesi, e discusse del piano di denuclearizzazione con Xi. Per arrivare al quarto viaggio in Cina di Kim bisognerà attendere fino all’inizio del 2019: nel frattempo, Kim aveva avuto altri due summit inter-coreani, in un clima di disgelo e di intesa con Moon, che aveva fatto pensare anche a un accordo di pace tra le due Coree, a oltre sessantacinque anni dalla fine della guerra di Corea. Il fallimento del summit di Hanoi con Trump del 27 e 28 febbraio 2019 pose fine agli sforzi per la denuclearizzazione del regime.

Trump lasciò il vertice di Hanoi in disaccordo sul ritiro delle sanzioni imposte alla Corea del Nord e sulle modalità di smantellamento del programma nucleare nord-coreano. Un nuovo incontro tra Kim e Trump a fine giugno 2019, al confine tra le due Coree, non diede risultati: l’apparente idillio era ormai svanito.

E anche con Seul i rapporti peggiorarono gradualmente. Il 2022 fu l’anno in cui la Corea del Nord ha testato il maggiore numero di missili balistici nella sua storia, e l’intelligence sud-coreana aveva lanciato molti avvertimenti sul rischio di un nuovo test atomico da parte del regime, che qualora avvenisse sarebbe il settimo nella storia del Paese retto da Kim Jong-un e il primo dal 2017.