AGI – “C’è un tempo per la pace e uno per la guerra: questo è il tempo della guerra”. Così il primo ministro israeliano, Benjamyn Netanyahu, mentre Tel Aviv amplia in modo sempre più significativo la presenza di truppe a nord della Striscia di Gaza, dopo che nel fine settimana ha messo in atto il bombardamento più pesante dall’inizio della guerra e un blackout delle comunicazioni nella Striscia.
L’esercito israeliano “avanza in maniera misurata ma molto potente all’interno della Striscia di Gaza”, inizia la “terza fase della guerra” contro Hamas, aggiunge Netanyahu che esclude ogni possibilità di cessate il fuoco. Le forze israeliane stanno avanzando in due direzioni verso Gaza City, con il probabile obiettivo di tagliare l’asse stradale principale che collega il nord e il sud della Striscia.
Intanto Hamas ha diffuso un video di tre donne prese in ostaggio nell’attacco terroristico del 7 ottobre: nelle immagini, diffuse sui social legati all’organizzazione islamista, le donne chiedono di essere liberate e accusano il primo ministro israeliano:
#BREAKING: Hostages in Gaza send a message to Netanyahu (English subtitles) pic.twitter.com/SAmVUrIkCi
— Royal Intel (@RoyalIntel_)
October 30, 2023
“Ti sei impegnato a liberarci e invece veniamo puniti per la vostra negligenza politica e nazionale”. “Crudele propaganda psicologica”, è la replica Netanyahu. L’esercito israeliano e lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno di Israele, in serata hanno annunciato la liberazione di una soldatessa israeliana presa in ostaggio nell’attacco del 7 ottobre.
Al 24simo giorno di guerra intanto, la crisi umanitaria a Gaza continua a peggiorare a causa della carenza di acqua, cibo, medicine e carburante, fanno sapere le agenzie umanitarie.
Secondo il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, impedire gli aiuti potrebbe costituire un crimine di guerra. Khan ha esortato Israele a consentire l’ingresso di più camion. Oggi altri 33 camion di aiuti sono stati autorizzati a entrare a Gaza dall’Egitto, secondo un portavoce al valico di Rafah: si tratta del maggior numero di camion umanitari che hanno attraversato il valico in un giorno dall’inizio del conflitto.
Ma per gli operatori umanitari l’assistenza è ancora disperatamente inferiore rispetto alle necessita’. “Una goccia nell’oceano”, secondo l’Onu. Cresce anche il numero di vittime dei raid israeliani: secondo il ministero della Sanità diretto da Hamas più di 8.300 palestinesi sono stati uccisi nei bombardamenti di Gaza.
Nel pomeriggio è stato identificato il cadavere di Shani Louk, la ragazza di 23 anni uccisa nell’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre. La giovane, che aveva la doppia cittadinanza israeliana e tedesca, era divenuta il simbolo del massacro di Reim quando, seminuda e apparentemente priva di sensi, era stata portata in ‘parata’ per le strade di Gaza dai militanti di Hamas nel retro di un pickup.
In Libano, sia Hezbollah che le organizzazioni palestinesi hanno intensificato i loro attacchi contro Israele e le forze israeliane hanno colpito obiettivi in Siria e Libano, in risposta ai lanci di razzi verso Israele, ha fatto sapere l’esercito. Un portavoce dell’IDF ha detto che un caccia israeliano ha attaccato obiettivi di Hezbollah in territorio libanese, comprese “infrastrutture per dirigere il terrorismo e infrastrutture militari dell’organizzazione” in risposta ai razzi lanciati da Hezbollah dal Libano.
Israele inoltre ha riferito di nuove operazioni contro gruppi armati palestinesi in Cisgiordania, per “contrastare le infrastrutture terroristiche nel campo profughi di Jenin” nella Cisgiordania occupata, che ha portato all’arresto di 51 persone, di cui 38 agenti di Hamas. Il Ministero della Sanità palestinese ha dichiarato che quattro uomini sono stati uccisi nell’operazione israeliana a Jenin.
Tensioni anche a Gerusalemme est, dove un palestinese ha accoltellato e ferito gravemente un agente di polizia israeliano prima di essere ucciso a colpi di arma da fuoco. All’indomani della ‘caccia’ ai passeggeri ebrei provenienti da Israele all’aeroporto di Makhachkala, nella repubblica russa del Daghestan, Mosca accusa “il regime criminale” di Kiev di aver avuto un “ruolo chiave” nell’assalto.
Secondo la portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, “i disordini in Daghestan sono “il risultato di una provocazione pianificata e portata avanti dall’esterno, volta a minare l’unità della Russia”. Dall’Onu arriva la “condanna senza riserve” per la caccia agli ebrei avvenuta nella repubblica russa.
Gli episodi di antisemitismo aumentano dovunque.
La Casa Bianca parla di un “allarmante aumento di incidenti antisemiti nelle scuole e nei campus universitari” dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre, mentre dall’altra parte gruppi per i diritti civili negli Stati Uniti hanno messo in guardia da una “ondata di reazione maccartista” contro le critiche al bombardamento israeliano di Gaza.
Il ministero degli Interni francese ha dichiarato che nelle tre settimane successive al 7 ottobre, data degli attacchi di Hamas contro Israele, sono stati registrati 719 atti antisemiti, quasi il doppio rispetto ai 436 dell’intero 2022.