AGI – L’8 maggio diversi Paesi europei commemorano la caduta del regime nazista quindi la fine della Seconda Guerra mondiale sul vecchio continente, uno dei conflitti più violenti della storia dell’umanità con decine di milioni di vittime. In realtà non si tratta di una data unica: la resa senza condizioni da parte del III Reich è stata firmata in due tempi, con due firme distinte e fusi orari diversi.
Una prima capitolazione è intervenuta a Reims, città del Nord-Est della Francia, il 7 maggio alle 2.45 di notte, mentre la seconda è stata siglata nella notte tra l’8 e il 9 maggio a Berlino, motivo per cui la Russia e i Paesi dell’ex Unione sovietica celebrano la vittoria il 9 maggio.
Con l’occasione della commemorazione dell’8 maggio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha auspicato che “tutto il male che la Russia porta con sé sarà sconfitto nello stesso modo in cui nel 1945 fu sconfitto il nazismo”.
La prima resa tedesca il 7 maggio 1945
In una scuola media per ragazzi nel capoluogo francese della regione Champagne, riabilitata in quartier generale dal generale americano Dwight D. Eisenhower, il generale tedesco Alfred Jodl firmò la resa “di tutte le forze terrestri, navali e aeree che sono a questa data sotto il controllo tedesco”. Dalla parte degli alleati, quel 7 maggio 1945, erano presenti Walter Bedell Smith, capo di stato maggiore di Eisenhower, il comandante generale dell’artiglieria Ivan Susloparov, il generale francese Francois Sevez – firmatario come testimone – e l’ammiraglio Harold Burrough, comandante delle forze navali alleate.
Immediatamente la notizia si diffuse sui giornali occidentali, ma Stalin, furioso, rifiutò questa prima resa e ne chiese una seconda. Voleva che la Germania si arrendesse nella sua capitale, una Berlino in fiamme, dopo che il 30 aprile Hitler si era sparato alla testa nel suo bunker: un luogo simbolico per Stalin. La bandiera sovietica sventolò sul Reichtag, dove furono uccisi gli ultimi seguaci del Fuhrer.
La seconda resa tra l’8 e il 9 maggio
La seconda resa avvenne dunque in una villa nel quartiere berlinese di Karlshorst, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1945. L’Unione Sovietica è rappresentata dal maresciallo Joukov, gli inglesi dal comandante in capo della Royal Air Force Arthur Tedder, gli Stati Uniti dal generale Spaatz. La Francia ha inviato il generale de Lattre de Tassigny. Quando il maresciallo tedesco Wilhelm Keitel, designato da Karl Doenitz, entrò nella stanza, proclamò il suo stupore: “Cosa? Anche i francesi!”. In effetti, la presenza della Francia a questa capitolazione è una vittoria diplomatica per il generale de Gaulle. Il maresciallo Joukov aveva provato fino alla fine a fare a meno di un rappresentante francese, invano.
Quando il generale De Lattre scoprì la sala di questo incontro, deplorò l’assenza di una bandiera tricolore, quindi una con i colori della Francia venne realizzata frettolosamente. Il tedesco Keitel finì di firmare incondizionatamente le nove copie del documento poco prima di mezzanotte (alle 23:01 per la precisione), era già il 9 maggio a Mosca, motivo per cui la Russia celebra il Giorno della Vittoria il 9 invece dell’8.
Tuttavia nei fatti, come al termine della Prima Guerra mondiale, la Germania non firmò un armistizio ma una capitolazione. Il “Victory in Europe Day” viene commemorato anche l’8 maggio nel Regno Unito e negli Stati Uniti, ma non è festivo. Se le ostilità sono terminate in Europa, i combattimenti si sono invece protratti per diversi mesi in Asia, dove il Giappone ha formalizzato la sua capitolazione nel settembre 1945, dopo lo sgancio delle bombe atomiche americane su Hiroshima e Nagasaki.
L’8 maggio in Francia
In Francia, l’8 maggio è diventato un giorno festivo nel 1953, ma è stato abolito come tale dal generale de Gaulle l’11 aprile 1959. La giornata di commemorazione è stata ripristinata nel 1968, ma è stata abbandonata nel 1975 dal presidente Giscard d’Estaing per favorire la riconciliazione franco-tedesca. La sua decisione è stata molto criticata in patria, e fu soltanto con la legge del 2 ottobre 1981, a firma del presidente socialista Francois Mitterrand, che l’8 maggio è stato ripristinato come giorno festivo. Il 9 in Francia viene anche celebrato come ricordo del discorso di Robert Schuman sulla costruzione europea, quale Festa dell’Europa.
Una data dibattuta in Germania
Nel 1985, il Presidente della Repubblica Federale Tedesca, Richard von Weizsacker, chiamò l’8 maggio “giorno della liberazione”, trasformando con queste parole una data che fino ad allora era stata vergognosa.
Ma per via della responsabilità tedesca nella Seconda Guerra mondiale e per la divisione in due del territorio nazionale per 40 anni, la Germania non celebra ufficialmente la capitolazione del regime nazista l’8 maggio 1945. Non si tratta in alcun modo di renderlo un giorno festivo e l’idea di una commemorazione è comunque dibattuta da molti anni.
In Austria una “festa della gioia” controversa
A Vienna, la Festa della Liberazione e la memoria delle vittime vengono commemorate con la “Festa della Gioia” (Fest der Freude) organizzata dal Comitato Commemorativo di Mauthausen. Dal 2013, per l’occasione l’Orchestra Filarmonica di Vienna tiene un concerto in Heldenplatz. La parola viene data anche a personalità che hanno subito l’occupazione nazista e testimoniano dell’esperienza subita. Questi festeggiamenti hanno suscitato polemiche, in particolare nel 2000 durante un concerto organizzato nell’ex campo di concentramento di Mauthausen.
In Belgio l’8 maggio non è giorno festivo dal 1983
L’8 maggio non viene celebrato nelle stesse proporzioni in Belgio, poichè i tedeschi hanno lasciato il Paese alla fine del 1944. Nei mesi successivi, la questione del ritorno dei prigionieri e del ritorno del re divise la società belga. Inoltre, in una logica di riconciliazione europea, l’8 maggio non è un giorno festivo in Belgio dal 1983.
Tuttavia, nel 2022, il Parlamento della Regione di Bruxelles-Capitale ha adottato una risoluzione in cui chiede che l’8 maggio diventi un giorno festivo e pagato, “e che durante un tale giorno festivo vengono evidenziati i valori democratici su cui sono costruiti il Paese e la Regione di Bruxelles”, spiega l’Rtbf. La questione è ancora dibattuta, con i partiti politici di sinistra che ritengono, ad esempio, che questa data sarebbe un segnale di allarme per l’ascesa dell’estrema destra.
In Polonia l’8 maggio è celebrato dal 2015
Retaggio del suo passato sovietico, la Polonia celebrava il Giorno della Vittoria il 9 maggio quale data ufficiale in Russia, a causa della differenza di fuso orario durante la resa tedesca avvenuta contemporaneamente l’8 maggio 1945 alle 23:01 (ora locale) e il 9 maggio all’1:01 (ora di Mosca). In occasione del 70 anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, il decreto sovietico risalente al dopoguerra è stato abrogato dal Parlamento polacco, il 24 aprile 2015, e sostituito da una nuova legge che fissa la data dell’8 maggio.
Nei Paesi bassi e in Danimarca si commemora il 5 maggio
Nei Paesi Bassi, la Festa della Liberazione si celebra il 5 maggio, che è la data dei colloqui di resa tedeschi. Questa data non è necessariamente festiva. Anche in Danimarca il 5 maggio viene commemorato il giorno della Liberazione dal giogo nazista, senza che questa data sia un giorno festivo. In Italia, il 25 aprile è la data scelta per la Festa della Liberazione, in ricordo della fine dell’occupazione nazista in diverse città del Nord dopo la Seconda Guerra mondiale.