AGI – Si appostavano all’esterno di alcune scuole di Barletta e Andria distribuendo ai bambini anonimi volantini, in cui si pubblicizzava la vendita di giocattoli e prodotti per l’infanzia a prezzi “stracciati”: i piccoli, allettati dai moderni “mangiafuoco”, talvolta sceglievano e “prenotavano” oggetti. I genitori, l’indomani, si trovavano “costretti” all’acquisto di prodotti apparentemente innocui, ma pericolosi sia per la salute, sia per il mercato legale. Il sistema è stato svelato dai militari della guardia di finanza, che hanno sequestrato oltre 5 mila prodotti tra giocattoli, gadget per bambini, materiale elettronico (lampadine per la casa e strumenti per il fai da te). L’operazione è stata volta in sinergia con la Camera di commercio di Bari e la polizia locale di Barletta e Andria e i dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa.
“Queste attività di servizio sono nate grazie alle segnalazioni che ci sono pervenute dai genitori un po’ allarmati e dai dirigenti scolastici, che hanno lamentato la condotta di alcune persone al di fuori delle scuole – ha spiegato il capitano Cosimo Carafa, comandante della compagnia di Andria -: questi, con fare ‘furbesco’, prima cercavano catturare l’attenzione dei bambini con i volantini e poi portavano quello che era stato ordinato”.
Il capitano ha sottolineato che “l’intervento è stato effettuato in maniera tempestiva, perchè abbiamo eseguito materialmente le operazioni nella fascia oraria che va dalle sette circa fino alle otto, operando in maniera sicura, discreta, al fine di evitare di traumatizzare i bambini”.
E ha aggiunto: “Oltre a tutelare la sicurezza dei consumatori, queste tipologie di interventi permettono di andare a garantire l’equilibrio che c’è nel mercato. Questo perchè operando in un contesto di totale abusivismo e vendendo anche a dei prezzi non conformi agli standard di sicurezza nazionali ed europei si viene a distorcere il mercato”. Si sono configurati, infatti, illeciti di natura amministrativa e sulla sicurezza dei prodotti, che riportavano il marchio C-E (China Export), differente da quello obbligatorio che indica la conformità europea e quello dell’abusivismo commerciale, poichè la vendita avviene in modo non autorizzato e con pagamenti “a nero”. Il ultimo, il colonnello del comando provinciale, Pierluca Cassano, ha ricordato l’importanza di segnalare eventi analoghi: “Abbiamo contezza che dietro questo tipo di attività, perchè abbiamo contezza che dietro questo episodi ci sia una regia unica”.