Alessandra Todde candidata a guidare la Sardegna lascia la vicepresidenza del M5S

AGI – Alessandra Todde, da ieri ufficialmente candidata alla presidenza della Regione Sardegna alle elezioni del 2024 per parte del centrosinistra, lascerà la vicepresidenza del M5S. “Farò un passo indietro”, ha annunciato la deputata nella sua prima conferenza stampa a Cagliari, affollata da sostenitori del suo partito, del Pd, dell’Alleanza rosso verde e dei movimenti, una dozzina di sigle del ‘Campo largo’ che l’hanno scelta. Ad ascoltarla c’è anche Camilla Soru, consigliera comunale dem nel capoluogo e figlia di Renato, ex presidente della Regione e fondatore di Tiscali, che da mesi è impegnato nel lanciare la sua candidatura. 

“Il nostro avversario è il centrodestra e non possiamo fargli regali, per cui sarà compito mio e di tutta la coalizione riprendere il dialogo con chi non è stato convinto”, ha aggiunto Todde.

Ho sentito Renato Soru nei giorni scorsi. Il dialogo non si è mai interrotto. Ho grandi rispetto del suo percorso e delle sue capacità e del suo valore. Credo che la sua casa sia il Campo Progressista. Io non dubito che Renato abbia a cuore il destino della Sardegna, e quando due persone partono da questo presupposto, credo possano trovare un punto d’incontro”.

Dialogo con La Base Sardegna

“Stiamo dialogando con diversi contesti civici, anzi la risposta della società civile è stata entusiastica”, ha risposto Todde a una domanda dell’AGI su un possibile allargamento della coalizione. “C’è poi la Base”, aggiunge la parlamentare M5S, con riferimento al coordinamento guidato dall’ex deputato di Centro democratico Roberto Capelli, “con cui si sono aperte interlocuzioni e ci saranno degli incontri per l’ingresso nella nostra coalizione”.

Quanto ai partiti dell’attuale maggioranza di centrodestra in Regione, fra i quali il nuovo ‘Grande Centro’ trainato dal consigliere regionale Antonello Peru, “credo che debbano decidere chiaramente da che parte stare. Ci siamo dati una regola: avremmo contrastato l’azione della peggiore Giunta ha avuto negli ultimi cinque anni”, ha precisato Todde.

“Quindi, chi ha avuto ruoli preminenti nella gestione della Regione difficilmente puo’ avere spazio alI’interno di una coalizione che si vuole proporre come alternativa. Altrimenti non saremo credibili. Credo che la coerenza debba essere una cifra da rispettare”.

La testardaggine e Michela Murgia

“Il mio principale difetto? La testardaggine”, ha risposto Todde, con un sorriso, alla domanda di un giornalista. “Riconosco che sono molto determinata”. Ha sentito una pressione maschilista ai suoi danni? “Devo essere sincera, sì. Ma in modi sottili”, ha detto la deputata, che non lascerà il posto alla Camera durante la campagna elettorale.

“Credo che non sia qualcosa strettamente legata al genere. Credo che ci sia un modo di pensare diffuso che e’ quello del disconoscimento, dello sminuire le cose. Sono cresciuta in un contesto che ripeteva continuamente: ‘Ma cosa vuoi fare? Non è possibile'”.

“Questo è un retaggio che noi abbiamo – ha ricordato – soprattutto quando ci sono persone nuove, che fanno politica da poco tempo. Io la faccio da pochi anni. Capisco che mi si vede come una persona nuova. Credo sia più una questione di resistenza del nuovo e del cambiamento che non una questione legata al genere”.

“Non sono la prima donna candidata alla presidenza della Regione in Sardegna. Prima di me c’è stata Michela Murgia”, ha prrecisato Todde, parlando della scrittrice scomparsa quest’anno che nel 2014 si candidò a guidare l’isola con la coalizione ‘Sardegna possibile’. “Credo che lei abbia fatto un percorso bellissimo e durissimo. Ha sperimentato sulla sua pelle cosa volesse dire”. 

Accordo romano? “Fantascienza”

Sulla sua candidatura “si è parlato di accordo romano, quasi per denigrare, ridicolizzare il percorso di questa coalizione”, ha puntualizzato la parlamentare. “Sono sciocchezze, fantascienza”.

“Sono sarda e lo rivendico”, ha detto la deputata, ricordando di aver preso 25 mila voti in Sardegna alle ultime elezioni politiche. Manager prima di entrare in politica, ingegnera di 54 anni, un matrimonio alle spalle, Todde è nata a Nuoro, dove ha vissuto e si è diplomata, prima di laurearsi in Scienze dell’informazione e poi in Informatica all’università di Pisa, cui è seguito un periodo all’estero.

Sotto il governo Conte II, l’esponente del M5S è stata sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico, con quello di Draghi viceministra dello stesso dicastero.

“Non esistono patenti di sardità. Non penso che ci debanno essere esami per mostrare che si è più o meno sardi. Credo che bisogna dimostrare coi fatti quello che si fa per la propria terra”, ha dichiarato Todde. “Ritengo che sia fondamentale ricoprire il ruolo di candidato della coalizione con onore e dedizione, con impegno”. “Voglio rimanere in Sardegna”, ha rimarcato. “Non mi faccio cacciare da casa mia”.

“Abbiamo preparato una base programmatica che porteremo nei territori. Definiremo un calendario per farla conoscere ovunque. Stiamo cercando di portare il cambiamento”, ha preannunciato Todde. “Non sarà facile ne’ gratis. Servono soluzioni nuove. Dobbiamo combattere la disillusione dei sardi. Siamo pronti a fare una nuova alleanza col popolo sardo. Vogliamo dare un futuro alle nuove generazioni”.

Parole d’ordine: sanità, continuità territoriale, istruzione, autonomia e autodeterminazione. “Ai sardi dico: dobbiamo riprenderci casa nostra”, ha scandito Todde ai giornalisti. “La Sardegna che ho in mente è coesa, guarda al futuro e smette di rivendicare e di lamentarsi ma che si fa forze per fare le cose”.