Arrestato il direttore di al-Shifa, stop all’evacuazione dei feriti

AGI – Il ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas ha deciso di sospendere le operazioni di evacuazione dei feriti dall’ospedale di Al-Shifa dopo che le forze israeliane hanno arrestato il direttore e altro personale medico. Il ministero della Sanità ha annunciato la sospensione del coordinamento con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ciò significa, riportano i media israeliani, che l’evacuazione dei feriti e delle rimanenti squadre mediche a Gaza è attualmente bloccata.

Il ministero ha criticato il fatto che le squadre siano state arrestate nonostante la loro uscita fosse stata coordinata con Israele. Il ministero ha chiesto che le Nazioni Unite intraprendano “un’azione rapida per affrontare la questione”.

L’arresto da parte delle forze israeliane di Abu Salmya, direttore dell’ospedale, “è un atto spregevole”, si legge in una nota di Hamas. Alle organizzazioni internazionali Hamas ha chiesto di lavorare per il rilascio di Abu Salmiya e del personale medico fermato. Un portavoce del ministero della Sanità di Gaza ha detto che il direttore dell’ospedale era in viaggio dal nord della Striscia di Gaza verso sud con altri medici quando è stato arrestato dalle forze israeliane.

Secondo la tv israeliana Kan, Salmya è stato interrogato dai servizi segreti dello Shin Bet dopo il suo arresto. Intanto il responsabile del Consiglio di sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, ha smentito le anticipazioni dei media che davano già per oggi la liberazione dei primi ostaggi israeliani e ha spiegato che domani, venerdì, è il primo giorno utile in cui ci può essere lo scambio con i detenuti palestinesi che farebbe scattare la tregua.

Hamas avrebbe avanzato “richieste aggiuntive”, facendo slittare l’entrata in vigore dell’accordo sugli ostaggi, riferisce la Bbc, citando una “fonte governativa” israeliana che tuttavia non ha specificato di che tipo di domande si tratta. L’avvio della liberazione degli ostaggi era inizialmente previsto per stamane alle 10 ora locale.

 

Herzog, sono ore cruciali in vista avvio rilascio ostaggi

Sono “ore cruciali” in vista dell’avvio del rilascio degli ostaggi, ha affermato il presidente israeliano Isaac Herzog, incontrando i premier di Belgio e Spagna, Alexander De Croo e Pedro Sanchez. “Aspettiamo e preghiamo per il ritorno del primo gruppo di ostaggi e l’entrata in vigore del cessate il fuoco concordato tra Israele e Qatar, e tra Qatar e Hamas, sotto gli auspici Usa”, ha sottolineato il capo di Stato.

“Vogliamo dare speranza alle famiglie che stanno attraversando l’inferno, affinché possano vedere i neonati, i bambini e gli adulti, le donne, tornare a casa. Ma per questo dobbiamo assicurarci che Hamas rispetti le rigide regole dell’accordo, e questi sono i dettagli esatti di cui si sta discutendo proprio ora”, ha spiegato Herzog.

IDF, colpiti 300 siti Hamas nelle ultime 24 ore

Le forze di difesa israeliane hanno colpito circa 300 obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo riferisce l’IDF. Tra gli obiettivi colpiti diversi quartier generali operativi, tunnel di combattimento sotterranei, magazzini di munizioni, siti di produzione di armi e siti di lancio di razzi, aggiunge l’esercito israeliano.

Le conseguenze dell’accordo

L’intesa lascia comunque circa 190 ostaggi a Gaza, di cui circa la metà si ritiene siano militari. Non tutti gli ostaggi sono detenuti da Hamas, alcuni sono nelle mani della Jihad islamica palestinese, una fazione estremista separata, e di altre bande criminali a Gaza. L’accordo, a cui nel governo israeliano si sono opposti fino alla fine i tre ministri di estrema destra, prevede una clausola ‘d’incentivo’: per ogni 10 ostaggi aggiuntivi rilasciati da Hamas, la tregua sarà prolungata di un altro giorno, ma in questo caso non si fa menzione dell’ulteriore rilascio di prigionieri palestinesi.

L’accordo è un significativo colpo di propaganda per Hamas e una vittoria personale per Yahya Sinwar, il leader del gruppo terrorista a Gaza e mente dell’assalto del 7 ottobre, secondo Israele. Usa, Ue, Russia e Cina hanno tutti accolto con favore l’intesa, che secondo gli auspici di Egitto, Qatar e Giordania dovrebbe ora portare a più seri colloqui di pace.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiesto a Israele di impiegare i quattro giorni per valutare attentamente il futuro politico della regione al termine della guerra. Papa Francesco, che proprio oggi ha incontrato una delegazione di famigliari di ostaggi e una di palestinesi, ha lanciato un appello a pregare per la pace, sottolineando la sofferenza di entrambi: “Le guerre fanno questo ma qui siamo andati oltre alle guerre. Questa non è guerra, questo è terrorismo”.