Arrestato un ex ministro, in Polonia è scontro tra Duda e Tusk

AGI – Caos nelle istituzioni polacche dopo l’arresto avvenuto nella serata di martedì dell’ex ministro dell’Interno, Mariusz Kaminski. Dopo l’irruzione della polizia nel palazzo presidenziale dove lui si era rifugiato, è scontro aperto tra il presidente Andrzej Duda e il primo ministro Donald Tusk, uno scontro che evidenzia la difficile convivenza tra il capo dello Stato conservatore, alleato della precedente compagine nazional-populista del PiS che ha guidato il Paese per otto anni, e il governo filoeuropeo del liberale Tusk, salito al potere a dicembre.

L’azione della polizia ha posto fine a una situazione di tensione dopo l’ordine di arresto dell’ex ministro e di uno dei suoi più stretti collaboratori, il suo ex vice ministro, Maciej Wasik, che si erano rifugiati nella residenza ufficiale di Duda, per evitare l’ingresso in prigione. A dicembre, un tribunale polacco aveva condannato i due uomini a due anni di carcere in appello per abuso di potere in un caso risalente al 2007.

Le accuse nei confronti di Kaminski

All’epoca capo dell’ufficio centrale anticorruzione, Kaminski aveva ordinato un’inchiesta giudicata illegale contro un membro della coalizione al potere. Personaggio controverso, Kaminski aveva anche ricoperto il ruolo di coordinatore dei servizi segreti e, secondo i suoi critici, incarna le tendenze autoritarie all’interno del partito nazionalista e populista Diritto e Giustizia (PiS). Eletti entrambi deputati alle elezioni di ottobre, i due uomini si sono visti annullare il mandato parlamentare.

Ricercati fin da martedì mattina dalla polizia, i due politici hanno trascorso la giornata nel palazzo presidenziale su invito del capo dello Stato. A fine giornata, l’arresto. E mercoledì Kaminski, che si considera “un prigioniero politico”, ha annunciato uno sciopero della fame a tempo indeterminato. Duda si è detto “profondamente turbato” dall’arresto. Il premier Tusk ha replicato che “il campo politico che ha governato la Polonia per 8 anni” ha provocato “un caos giuridico senza precedenti”; si è poi rivolto a Duda chiedendogli di non “sabotare la giustizia”, ricordando che “il reato di protezione di un criminale può essere punito con cinque anni di carcere”. Nel frattempo il portavoce di Duda ha fatto sapere che “scriverà a diversi capi di Stato e istituzioni internazionali per informarli che in Polonia si è di fronte a violazioni della legge e della Costituzione da parte del potere esecutivo”.

Per cercare di allentare la tensione politica e giuridica attorno alla vicenda, il presidente del Parlamento, Szymon Holownia, ha deciso di sospendere l’attività parlamentare e di rinviare le sessioni plenarie alla prossima settimana. Ma questo aggiunge ancora più pressione all’attuale governo, impegnato in una corsa contro il tempo per approvare la finanziaria del 2024, poiché, secondo la Costituzione, se il documento non sarà approvato entro la fine del mese, il presidente avrà il potere di indire nuove elezioni.