Blinken, Austin e la Cia: il ruolo degli Usa in Medio Oriente

AGI – A 30 giorni dal sanguinoso attacco di Hamas, le bombe israeliane continuano a colpire Gaza, creando con l’ausilio delle truppe di terra una divisione in due dell’esiguo territorio, sempre più isolato da un nuovo taglio delle linee di comunicazione e dalla nuova chiusura, per chi vuole lasciare l’enclave, del valico di Rafah al confine con l’Egitto.

L’esercito israeliano ha rivendicato di avere circondato Gaza City, ma Hamas lo accusa di colpire gli ospedali e chiede un’indagine internazionale per respingere le accuse israeliane di un utilizzo dei centri ospedalieri come “scudi” per proteggere armi e miliziani.

In questo contesto sempre più drammatico, gli Stati Uniti giocano su vari fronti un ruolo che vogliono incisivo per tentare di risolvere la gravissima crisi in corso.

Blinken

Il Segretario di Stato Antony Blinken ha già incontrato il capo dell’autorità palestinese Abu Mazen a Ramallah e, dopo un imprevisto passaggio a Baghdad, particolarmente significativo per la presenza in Iraq di truppe americane sotto il tiro delle milizie sciite pro-iraniane, si trova ora ad Ankara dove proverà a smussare la posizione molto netta del presidente turco Recep Tayyip Erdogan sulle responsabilità di Israele.

Ma l’America prova a influire anche nella trattativa per la liberazione degli ostaggi ancora prigionieri a Gaza, 240 di cui pero’ una cinquantina sarebbero nel frattempo morti sotto le bombe: in Israele è arrivato anche con questo compito il capo della Cia, William Burns.

Dagli Stati Uniti, il ministro della Difesa Lloyd J. Austin ha ribadito l’appoggio americano a Israele.

Gli appelli dell’Onu

Intanto, continuano gli appelli delle istituzioni internazionali per un immediato cessate il fuoco: l’ultimo è firmato dai numeri uno di 18 agenzia Onu, nel giorno in cui il bilancio delle vittime fra gli operatori umanitari delle Nazioni Unite è salito a 79 morti.

E mentre dal valico di Rafah continuano ad entrare camion di aiuti “ampiamente insufficienti” (secondo le agenzie Onu) per le esigenze della popolazione sotto assedio, il re di Giordania Abdallah ha annunciato di aver mandato l’aviazione del suo Paese a lanciare aiuti sanitari dal cielo. Dallo scorso 7 ottobre, ormai un mese fa, sono morti a Gaza 9.770 civili secondo le cifre fornite da Hamas. Anche il papa nell’Angelus è tornato a chiedere “in nome di Dio” la fine immediata delle ostilità.