Blinken in Israele per negoziare la tregua umanitaria. Attesa per il discorso del leader di Hezbollah

AGI – Dopo 27 giorni di guerra contro Hamas, Israele è riuscita a circondare Gaza City. Lo ha annunciato lo stesso esercito nelle ore in cui a Tel Aviv torna il segretario di Stato americano, Antony Blinken, per chiedere al governo di Netanyahu pause umanitarie utili a far entrare altri aiuti nella Striscia e creare un clima un po’ piu’ favorevole al rilascio degli ostaggi.

Per Blinken è il suo secondo tour in Medio Oriente dall’inizio della guerra innescata dal sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre, un attivismo che conferma il timore generale che il conflitto possa allargarsi. Una chiara indicazione dei prossimi sviluppi arriverà oggi dall’atteso discorso del potente leader degli Hezbollah libanesi, Hassan Nasrallah: parlerà nel pomeriggio per la prima volta dall’inizio del conflitto e farà capire se la sua formazione, alleata di Hamas palestinese e sostenuta dall’Iran, ha intenzione di entrare nel conflitto.

Blinken – che è gia’ atterrato a Tel Aviv – ha visto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dopo l’incontro, si è riunito con i membri del gabinetto di guerra israeliano, il presidente Isaac Herzog e il leader dell’opposizione Yair Lapid. Partendo da Washington ha assicurato che chiederà a Israele di assumere “misure concrete” per minimizzare il pericolo per i civili a Gaza e impedire una escalation del conflitto nella regione.

Returned to Israel for meetings with @IsraeliPM Netanyahu, President @Isaac_Herzog, and other government leaders. Will discuss Israel’s right to defend itself and our work to get humanitarian assistance to civilians in Gaza. pic.twitter.com/2SHzgEhT4w

— Secretary Antony Blinken (@SecBlinken)
November 3, 2023

Gaza City circondata

Intanto, dopo un’altra notte di violenze in Cisgiordania (secondo fonti mediche, altri 7 palestinesi uccisi, sono oltre 140 dall’inizio del conflitto) l’esercito ha fatto sapere di essere entrato “in un’altra fase significativa della guerra”: le truppe israeliane sono radunate fuori Gaza City; ora isolata dal resto della Striscia; coperti dall’aeronautica e protetti dalla Marina, i soldati e colonne corazzate sono anche penetrati nella città, attaccando – secondo i militari – avamposti, il quartier generale e altre infrastrutture di Hamas.

Conquistare la città, la più grande della Striscia e roccaforte di Hamas, sarà un compito arduo per l’esercito israeliano: i soldati dovranno impegnarsi in una insidiosa guerriglia urbana in un ambiente probabilmente punteggiato da mine e trappole esplosive; e dovranno anche avventurarsi nel complicato labirinto di tunnel, scavato negli anni da Hamas per nascondere i miliziani e preparare le imboscate.

Secondo Tsahal, ieri pomeriggio negli scontri sono morti 130 “terroristi di Hamas”; e sono morti anche soldati israeliani, altri 4, 23 in tutto dall’inizio della guerra.
E mentre Hamas continua ad aggiornare il bilancio dei morti palestinesi a Gaza, oltre 9mila dall’inizio del conflitto, rimane insoluto il dramma degli ostaggi: per aiutare a individuarli gli Usa hanno anche fatto sorvolare droni sulla Striscia.

Netanyahu smentisce l’esercito: “Niente carburante a Gaza”

Dopo che il capo di stato maggiore Halevi aveva annunciato che Israele permetterebbe l’ingresso di carburante a Gaza se gli ospedali dovessero esaurirsi, l’Ufficio del Primo Ministro rilascia una dichiarazione in cui sottolinea che Benjamin Netanyahu non ha approvato alcun trasferimento di questo tipo. Secondo le stime degli Stati Uniti, Hamas detiene circa il 40% dei 500.000 litri di carburante presenti a Gaza

L’esercito israeliano “è gia’ oltre le porte di Gaza City” e sta “facendo progressi”, ha detto ancora Netanyahu parlando ai soldati delle unità speciali, “anche noi abbiamo perdite dolorose, ma voglio che sia chiara una cosa: niente ci fermerà”. 

Proseguono gli scontri con Hezbollah

Rimane intanto aperto il secondo fronte a Nord, alla frontiera con il Libano. Hezbollah ha fatto sapere di aver attaccato simultaneamente 19 posizioni in Israele lungo il confine. Le sirene hanno suonato nel nord di Israele e un razzo è esploso nella città di Kiryat Shmona, provocando un incendio. 

In risposta agli attacchi sul nord di Israele le forze di difesa israeliane hanno fatto sapere di avere effettuato attacchi aerei su larga scala sui siti Hezbollah nel sud del Libano. L’IDF afferma che tra gli obiettivi colpiti finora da aerei da combattimento, carri armati e artiglieria ci sono quartier generali militari, postazioni di lancio di razzi, siti di deposito di armi, complessi militari e altre infrastrutture appartenenti al gruppo terroristico.

La Brigata Imam Hussein, legata all’Iran, è stata trasferita dalla Siria, dove era originariamente schierata, al sud del Libano per sostenere Hezbollah, ha riferito uno dei portavoce delle forze armate israeliane, Avichay Adraee. “Dopo una serie di fallimenti subiti da Hezbollah contro Israele nelle ultime settimane, la Brigata iraniana Imam Hussein, guidata da un comandante noto come Zulfiqar, è arrivata nel sud del Libano”, ha riferito su X, precisando che i miliziani nelle ultime settimane si sono scontrati con i soldati israeliani lungo il confine.