Budapest difende le sue carceri, nonostante il ‘caso Salis’

AGI – Il governo ungherese ha difeso il proprio sistema carcerario definendolo “in linea con gli standard dell’Ue” dopo l’indignazione suscitata dal caso della donna italiana sotto processo per aver aggredito dei neonazisti a Budapest. Le immagini di Ilaria Salis, 39 anni, con le mani e i piedi legati mentre compariva in tribunale lunedì, sono finite sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani e hanno spinto Roma a protestare. “Si’, è stata incatenata in aula, e si’, ha trascorso 11 mesi di detenzione. Ma possiamo parlare di condizioni ‘disumane’? No, non proprio”, ha reagito il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs su X assicurando che erano “in linea con gli standard dell’Ue”.

 

 

“I reati in questione sono gravi (…) e le misure sono appropriate”, ha aggiunto. Il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha telefonato al suo omologo Viktor Orban e l’ambasciatore ungherese è stato convocato al ministero degli Affari Esteri per spiegare il suo trattamento, ritenuto “inappropriato”.  Il padre della detenuta, Roberto Salis, che da mesi si batte perché il governo italiano intervenga, ha visitato mercoledì il carcere in cui è detenuta.

 

 

Secondo il padre, la figlia è stata trattata in tribunale “come un animale” ed è sottoposta a condizioni “disumane” nella sua cella in un’area di massima sicurezza infestata dai topi, dove mancano cibo e prodotti per l’igiene. Tali accuse sono “pure menzogne”, ha dichiarato l’amministrazione penitenziaria dopo aver organizzato una visita della stampa nella stanza in cui la cittadina italiana e’ detenuta con altre sette persone. “Naturalmente un carcere non offre i servizi di un hotel a piu’ stelle”, ma i detenuti ricevono tre pasti al giorno e cure mediche adeguate, ha dichiarato il responsabile Mihaly Kovacs, citato dall’agenzia MTI.