Cannabis in negozio a Losanna. In un mese lo spaccio diminuisce del 5%

AGI – È bastato un mese di vendita legale di cannabis nell’unico negozio aperto a Losanna, in Svizzera, per far calare lo spaccio del 5%. A dirlo all’emittente svizzera Rsi è stato Frank Zobel, vicedirettore di Addiction Suisse, Ong per la prevenzione, la ricerca e l’aiuto nelle dipendenze, valutando i risultati del primo negozio del cantone Vaud dove, da dicembre, sono in vendita, legalmente, la cannabis e i suoi derivati. Un’iniziativa che rientra nel progetto pilota “Cann-L” (lanciato nel 2022) allo scopo di valutare gli effetti di un modello di vendita controllata senza scopo di lucro, sia in termini di salute che di sicurezza.

Projet pilote cannabis : Mise au point présente en avant-première Cann-L, le projet de la Ville de Lausanne avec Addiction Suisse >> https://t.co/K4T4aDU1Bj

— Addiction Suisse (@AddictionSuisse)
December 14, 2023

Stando ai dati diffusi sui media locali, quindi, si può dire che il progetto abbia già prodotto risultati soddisfacenti: il negozio di Losanna, città con circa 140mila abitanti, aperto non casualmente in un quartiere di forte spaccio, ha già venduto 4,5 kg di cannabis a 320 persone. “Pensiamo di aver sottratto il 5% dal mercato nero”, ha affermato Zobel sottolineando il successo dell’iniziativa tra i partecipanti al progetto.

Altri 600 adulti, secondo quanto da lui annunciato, hanno giù contattato la Ong per chiedere di poter entrare nel progetto pilota finora costato l’equivalente di circa 1,7 milioni di euro.

Il progetto, in pieno svolgimento nel capoluogo vodese, a fronte di questi risultati, potrebbe essere velocemente replicato in altre realtà come Basilea, Zurigo che stanno sperimentando il modello della vendita legale in farmacia, e Ginevra, un’altra città che ha aderito al progetto pilota.

La vendita di canapa e derivati è da tempo autorizzata in Svizzera – precisa Addiction Suisse – ma solo con un tenore di tetraidrocannabinolo (Thc) inferiore all’1%. Il ‘plus’ del progetto non sarebbe solo quello di farla finita con il fenomeno dello spaccio, ma anche di tenere monitorata e valutare saltuariamente la popolazione che fa uso di sostanze stupefacenti.

Neanche a dirlo, la ‘sperimentazione svizzera’ ha suscitato interesse anche in altri Paesi europei. Ma, per la cronaca, le piantagioni svizzere che riforniscono di ‘materia prima’ il negozio restano coperte dal più totale riserbo delle autorità: non si sa assolutamente dove si trovino e quanti siano gli addetti alla coltivazione che, peraltro, per contratto non possono rivelare alcun particolare sulla loro attività lavorativa neppure in famiglia.

“La canapa venduta liberamente in negozio sarà comunque biologica e al chilometro zero – precisa Addiction Suisse –  Potranno acquistarla a scopo ricreativo, solo persone maggiorenni e che la fumano canapa da più di sei mesi. È anche vietato consumarla sul suolo pubblico e, soprattutto, rivenderla.”