Coppa Davis: l’Italia di Sinner contro l’Australia per la Storia

AGI – L’Italia parte favorita nella finale di Coppa Davis che oggi pomeriggio la opporrà all’Australia. Ma questo ruolo potrebbe non essere un vantaggio. Intanto le scelte. Il primo singolarista, considerando l’infortunio di Lorenzo Musetti non potrà che essere Matteo Arnaldi, autore giovedì di una prova apprezzabile contro Van der Zandschulp (a meno che Lorenzo Sonego, in gran forma nel doppio, non dia garanzie anche in singolare a Volandri). Affronterà uno a scegliersi fra Jordan Thompson e Popyrin: nulla che non sia alla sua portata.

Poi toccherà a sua Maestà Jannik Sinner, colui che ha battuto due volte Djokovic nel giro di una decina di giorni, contro Alex De Minaur e ci sarà un qualcosa di misticamente circolare in questo incontro. Perchè non solo è stato proprio in finale contro De Minaur che Jannik ha vinto a Toronto il suo primo Master 1000 nello scorso agosto e sembra un’eternità fa. Ma fu proprio battendo l’australiano nella finale delle Next Gen Final di Milano del 2019 che Jannik uscì allo scoperto dicendo al mondo: diventerò il numero 1.

Sulla carta, oggi come allora, De Minaur non ha strumenti per battere Jannik. L’obiettivo è chiaro: vincere due singolari in modo da rendere inutile il doppio, unico match ove la fantastica coppia Sin/Son (Sinner più Sonego) potrebbe vedere i sorci verdi contro Ebden-Purcell, nel 2022 vincitori a Wimbledon e finalisti a Melbourne. Si può fare.

Unico vero nemico: il ruolo di favoriti che potrebbe provocare qualche tremore pure in ragazzi entusiasti e consci dei loro mezzi. Perchè per noi la Coppa Davis è una sorta di miraggio mentre per l’Australia l’Insalatiera d’argento è un oggetto ‘di famiglia’: ne ha vinte 28 contro una sola dell’Italia, 47 anni fa. Loro sono alla seconda finale consecutiva, dopo quella persa l’anno scorso con il Canada: noi non ne giochiamo una dal 1998, 25 anni fa, quando perdemmo a Milano contro la Svezia e contro la sfortuna che decise la rottura del tendine della spalla di Gaudenzi mentre era al quinto contro Norman.

In Davis loro ci hanno battuto otto volte (quattro finali, sempre giocate a casa loro) compresa la semifinale del ’77 in cui i nostri Fab Four ce l’avevano con Pietrangeli (allora capitano non giocatore), perchè lui leggeva ‘Segretissimo’ mentre loro si allenavano. L’ultima sconfitta è stata a Firenze nei quarti nel ’93. Noi li abbiamo battuti quattro volte, l’ultima delle quali nel settembre ’80 al Foro Italico quando Panatta e Bertolucci sconfissero McNamara e McNamee al quinto, dopo una battaglia epocale rimessa in piedi dai pallonetti di Bertolucci.

Italia-Australia sarà oggi la finale di Davis (inizio ore 16, diretta tv Sky e Rai) in un mondo, un tennis e una Davis stessa che non hanno piu’ nulla in comune con quelle epoche lontane. Ma proprio il confronto fra azzurri e aussie è il match migliore per dire a coloro che gestiscono il tennis che, nonostante i pasticci combinati negli ultimi anni, lo spirito della Davis, quello antico e attuale allo stesso tempo, è ancora vivo.

Sarà un match che potrebbe sancire il ruolo di Jannik Sinner come primo giocatore del mondo in questo momento storico; nonchè l’occasione per affermare in modo incontrovertibile che il tennis italiano è oggi il migliore al mondo da qualunque angolazione si guardi la questione. Sarà Italia-Australia, il confronto dei due mondi, delle due epoche del tennis, di due capitani profondamente e intrinsecamente diversi fra loro: il leggero Volandri che non aveva il servizio e sapeva giocare tutte le volèe e il potente Lleyton Hewitt, che fu numero 1 al mondo (grazie anche alle cure del suo coach di allora, Darren Cahill, lo stesso che oggi allena Sinner) e per cui ogni quindici era un atto di guerra. Sarà una finale che già oggi è una pagina di storia.