È terminato l’interrogatorio di Filippo Turetta davanti al gip. L’avvocato: “Non chiederò i domiciliari”

AGI –  L’inchiesta sull’omicidio di Giulia Cecchettin potrebbe essere giunta oggi a un punto di svolta.  Si è concluso dopo circa dopo mezz’ora l’interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta nel carcere di Verona. Il giovane accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin è stato sentito Benedetta Vitolo alla presenza del pm Andrea Petroni e del suo difensore Giovanni Caruso.  

È molto probabile che Turetta si sia avvalso della facoltà di non rispondere anche se potrebbe avere reso una breve dichiarazione spontanea. La gip Benedettta Vitolo ha già lasciato il carcere, non ancora l’avvocato Giovanni Caruso che assiste il giovane accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin.

Nel frattempo, il legale ha assicurato che non avanzerà alcuna istanza al Tribunale del Riesame, nemmeno per ottenere gli arresti domiciliari che molto difficilmente sarebbero accolti. E neppure ha fatto cenno a una possibile richiesta di perizia psichiatrica da sollecitare in questa fase con la formula dell’incidente probatorio.

Più ‘facile’ potrebbe essere la strada della richiesta per una consulenza di parte sulle condizioni psichiche del ragazzo che ha incontrato nel carcere di Montorio uno psicologo, un educatore e il cappellano ed è apparso, stando a quanto riferito all’AGI, in buone condizioni compatibilmente a quanto successo e allo choc della prigione.

Proseguono le indagini, asse Roma-Berlino

Nel frattempo proseguono le indagini, anche sull’asse Italia-Germania. Saranno i Ris di Parma a svolgere gli accertamenti sui due coltelli, uno trovato nel parcheggio di Vigonovo e l’altro nell’auto di Turetta, sul guanto, sulle tracce repertate sull’asfalto e sulle macchie di sangue che sarebbero state trovate nella Punto dell’indagato. In corso anche gli accertamenti sul libro per bambini posato accanto al corpo senza vita di Giulia e per capire se la ragazza avesse le mani legate col nastro adesivo, ipotesi al momento smentita dagli inquirenti.

A quanto viene spiegato da una fonte qualificata “il capo d’imputazione è fluido”, non cristallizzato alle accuse di sequestro di persona e omicidio aggravato dal vincolo affettivo tra Turetta e Cecchettin.

Se Turetta non dovesse scegliere la facoltà di non rispondere dopo che il gip avrà esaurito le sue domande, il pm stesso potrebbe incalzare l’indagato con quesiti attinenti alle novità investigative.

Tra queste, il coltello, i 300 euro e il guanto trovati nella Grande Punto nera del ragazzo che potrebbero portare a contestare l’aggravante della premeditazione assieme ad altri elementi affiorati con gli accertamenti più recenti, tra cui l’acquisto di un nastro adesivo alcuni giorni prima dei fatti che sarebbe stato usato per ‘zittire’ Giulia durante l’aggressione. Al momento il capo d’imputazione non contiene l’aggravante della premeditazione.