Hamas rilascia due donne russe e ringrazia Putin. Si tratta su altri giorni di tregua

AGI – Due donne di nazionalità russa tenute in ostaggio sono state consegnate da Hamas alla Croce Rossa Internazionale nella Striscia di Gaza. Lo riferisce Hamas in un comunicato, elogiando “gli sforzi del presidente russo” e aggiungendo che le donne saranno consegnate a un rappresentante del Ministero degli Esteri russo.

Hamas aveva liberato già domenica scorsa Ron Krivoi, un russo-israeliano di 25 anni, come ringraziamento “al sostegno alla causa palestinese” manifestato dal presidente russo Vladimir Putin. 

Era previsto che oggi, nella lista degli ostaggi da liberare, Hamas inserisse anche due sequestrati russi. Nei giorni scorsi i parenti degli ostaggi israelo-russi si erano recati a Mosca per chiedere l’assistenza del Cremlino per ottenere il rilascio dei loro familiari. 

I media egiziani, intanto, hanno riferito che è stata raggiunta un’intesa preliminare per estendere la tregua tra israeliani e palestinesi. Il prolungamento sarebbe di quattro giorni. È quanto hanno riferito fonti vicine al Movimento islamico. Anche fonti israeliane ieri avevano riferito che lo Stato ebraico è disposto a estendere il cessate il fuoco al massimo fino a domenica. 

 “Hamas ha informato i mediatori che e’ disposto a prolungare la tregua di quattro giorni e che il Movimento sara’ in grado di rilasciare i prigionieri israeliani che lui stesso, altri movimenti di resistenza e altri partiti detengono durante questo periodo, secondo i termini della tregua esistente”, ha riferito la fonte.
 

Funzionari israeliani hanno confermato al quotidiano Haaretz che la proposta era all’esame, ma non è stata ancora confermata. Sempre Haaretz riferisce che una fonte israeliana afferma che l’accordo su una proroga dipenderà dalla possibilità che Hamas continui a rilasciare 10 ostaggi israeliani al giorno. 

Secondo Yedioth Ahronoth, nei negoziati in corso si sta discutendo anche del possibile rilascio di militari. Per il Washington Post, gli ostaggi a Gaza sono divisi in cinque ‘categorie’: uomini troppo anziani per combattere, soldatesse, riservisti, militari e i corpi degli israeliani morti prima o durante la prigionia.

La posizione di Biden

Gli Stati Uniti confermano di non avere prove che il gruppo si stia rifiutando di rilasciare gli ostaggi americani a Gaza per usarli come leva nei confronti degli Usa. È quanto riferito dalla Casa Bianca. Gli Stati Uniti pensano che siano otto/nove gli americani ancora nelle mani del Movimento islamico nella Striscia, dopo il rilascio di Abigail Edan, la bimba di 4 anni rimasta orfana dopo l’attacco del 7 ottobre. Per Biden “continuare sulla strada del terrore, della violenza, degli omicidi e della guerra significa dare ad Hamas ciò che cerca“. Lo scrive su X il presidente americano.

We will get our hostages back. pic.twitter.com/vtYetMD7aH

— Israel Defense Forces (@IDF)
November 29, 2023

Le storie dei bambini liberati

Eitan, 12 anni, è stato picchiato e costretto a vedere i video delle violenze commesse da Hamas il 7 ottobre. Emily, che ha compiuto 9 anni mentre era prigioniera dei miliziani palestinesi, quando ha riabbracciato il padre, gli ha parlato con una voce ridotta a un sospiro, dicendogli che pensava fosse passato un anno da quando era stata sequestrata. Cominciano a emergere le drammatiche esperienze dei bambini israeliani tenuti prigionieri per più di cinquanta giorni da Hamas.

La zia di Eitan Yahalomi ha parlato a una tv francese dell’esperienza vissuta dal nipote. Il padre di Emily Hand è stato intervistato, invece, dalla Cnn. Il bambino ha raccontato alla zia che, durante la prigionia, sentiva piangere di continuo i bambini e che i più piccoli venivano zittiti sotto la minaccia delle armi.

“Hamas – ha rivelato la zia al network francese Bmtv – lo ha costretto a vedere quelle immagini orribili del 7 ottobre, tutte per intero”. Thomas Hand, padre di Emily, in un’intervista molto emotiva, ha rivelato che la figlia, una volta tornata a casa, ha cominciato a piangere in modo disperato. “La cosa più sconvolgente – ha dichiarato alla Cnn – la cosa più disturbante è stato scoprire che lei parlava sospirando, con un filo di voce, non riuscivo neanche a sentirla. Ho dovuto mettere l’orecchio sulle sue labbra”. “Era stata obbligata in tutto questo tempo – ha aggiunto – a non fare rumore”.

Il quotidiano egiziano Al-Araby Al-Jadeed riferisce che è stata raggiunta un’intesa preliminare per prolungare la tregua per altri due giorni, alle stesse condizioni attualmente osservate. Il giornale ha citato come fonte funzionari egiziani. Funzionari israeliani hanno confermato al quotidiano Haaretz che la proposta era all’esame, ma non è stata ancora confermata. Sempre Haaretz riferisce che una fonte israeliana afferma che l’accordo su una proroga dipenderà dalla possibilità che Hamas continui a rilasciare 10 ostaggi israeliani al giorno.

Gli scontri in Cisgiordania

Un raid militare israeliano nella città di Jenin in Cisgiordania. Alcune zone sono state chiuse con posti di blocco istituiti lungo le strade verso la città. Al Jazeera afferma che si sono verificati scontri armati tra truppe israeliane e combattenti palestinesi, con almeno otto persone ferite. Centinaia di soldati israeliani avrebbero preso parte al raid, supportati da più di 50 veicoli blindati.