Idf: miliziani iraniani combattono con Hezbollah in Libano

AGI – Una milizia iraniana è arrivata nel sud del Libano e sta aiutando Hezbollah nella lotta contro Israele. Lo ha detto il portavoce dell’IDF, tenente colonnello Avihai Adrai, secondo il quale la milizia dell’Imam Hussein è stata assegnata negli ultimi anni per fornire assistenza in Siria, ma ora è “coinvolta negli attriti con l’IDF al confine libanese nelle ultime settimane e prende parte ad attività offensive in territorio israeliano”. 

L‘Egitto favorirà l’evacuazione di circa 7 mila stranieri dalla Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. Ieri sono usciti dall’enclave le prime 335 persone con passaporto straniero o doppio passaporto, tra cui quattro italiani. Oggi fra gli stranieri che hanno lasciato il territorio attraverso il valico di Rafah c’è anche una bambina italiana di sei anni con la sua madre palestinese.

Lo ha riferito la Farnesina. “Sono particolarmente felice per l’esito positivo della vicenda di questa bambina, che proprio domani compirà sei anni, e della sua mamma”, ha commentato il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Antonio Tajani.

Nell’enclave ci sono stati aspri combattimenti notturni. Secondo quanto riferito dall’esercito israeliano, i miliziani di Hamas nel nord “hanno lanciato missili anticarro, fatto esplodere ordigni esplosivi e lanciato granate contro le truppe, che hanno “ucciso decine di terroristi”. Secondo Hamas il numero dei morti è salito a 9.061 persone, di cui 3.760 minori.

Secondo fonti di stampa oggi sono entrati a Gaza più di 291 camion umanitari dal valico di Rafah fino ad oggi. Israele ieri ha colpito il più grande campo profughi di Gaza con nuovi attacchi aerei, spingendo i funzionari delle Nazioni Unite per i diritti umani ad avvertire che prendere di mira aree residenziali densamente popolate “potrebbe equivalere a crimini di guerra”.

Le bombe hanno colpito il campo di Jabalia per la seconda volta in due giorni, polverizzando gli edifici e uccidendo 195 persone, secondo i dati diffusi da Hamas. Israele ha affermato che i suoi aerei da combattimento hanno effettuato l’attacco, prendendo di mira “un complesso di comando e controllo di Hamas” ed “eliminando” un numero indefinito di militanti.

I soccorritori hanno detto che sono morte “intere famiglie”. Israele ha colpito più di 11.000 obiettivi a Gaza dal 7 ottobre, quando uomini armati di Hamas hanno fatto irruzione in Israele uccidendo 1.400 persone, tra cui molti civili uccisi a sangue freddo. Molte nazioni hanno sostenuto il diritto di Israele di reagire contro Hamas, ma con l’aumento del numero dei civili sono aumentate anche le critiche alle tattiche israeliane.

Secondo il ministero della Sanità di Gaza, finora sono stati uccisi 8.796 abitanti di Gaza, soprattutto donne e bambini. Interi quartieri di Gaza sono stati rasi al suolo. Martedi’ le forze israeliane avevano già colpito il campo di Jabalia, uccidendo almeno 47 persone.

E Joe Biden si è detto favorevole a una “pausa” per consentire ai “prigionieri” di lasciare l’enclave. Il presidente degli Stati Uniti, candidato per un secondo mandato, stava parlando a un evento di raccolta fondi quando un membro del pubblico ha gridato: “Come tuo rabbino, ti chiedo di chiedere immediatamente un cessate il fuoco”. “Penso che abbiamo bisogno di una pausa. Una pausa significa dare tempo per far uscire i prigionieri”, ha detto.

La Casa Bianca, interrogata su queste affermazioni, ha poi chiarito che per “prigionieri” il presidente si riferiva agli ostaggi del movimento islamista Hamas. “Sono stato io a convincere Bibi (il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ndr) a chiedere un cessate il fuoco per far uscire i prigionieri. Sono stato io a parlare con Sissi (il presidente egiziano) per convincerlo ad “aprire la porta”, precisamente al valico di Rafah nel sud della Striscia di Gaza, si e’ nuovamente difeso. Il presidente ha poi precisato che si trattava della recente liberazione di due ostaggi americani del gruppo islamico palestinese.

La Casa Bianca finora si è rifiutata di discutere un cessate il fuoco, ritenendo che questo farebbe esclusivamente il gioco di Hamas, ma ha già chiesto “pause umanitarie” per consentire la consegna degli aiuti o effettuare evacuazioni.

Secondo il portale portale Middle East Eye, Hamas e Israele sono stati vicinissimi a un accordo per la liberazione degli ostaggi (sono 242 secondo l’ultimo aggiornamento fornito da Israele) rapiti dall’organizzazione terroristica palestinese lo scorso 7 ottobre, che però sarebbe stato bloccato dalle incursioni militari condotte dalle forze terrestri israeliane a Gaza.

In base a quanto riferito, la prima offerta di Hamas comprende la liberazione degli ostaggi israeliani in cambio di 5.200 palestinesi detenuti nelle prigioni dello stato ebraico. La seconda offerta del gruppo palestinese prevede la liberazione di donne, bambini e stranieri in cambio di un numero inferiore, non specificato, di prigionieri, ma di tutte le donne e i minori.

Secondo i dati forniti da Addameer, organizzazione che si occupa dei detenuti palestinesi, nelle carceri israeliane ci sono 33 donne e 170 bambini.