Il cardinale Pizzaballa in processione a Betlemme con la kefyah e poi celebra messa

AGI – Cercare la luce del Natale in un tempo in cui “odio, rancore e spirito di vendetta” albergano nei cuori: è questo il messaggio lanciato nella messa di mezzanotte a Betlemme dal Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa.

La chiesa di Santa Caterina, adiacente alla Basilica della Natività, era piena di cristiani palestinesi mentre erano praticamente assenti pellegrini e turisti in un Natale segnato dal conflitto nella Striscia di Gaza. Pizzaballa è arrivato nella città della Cisgiordania in processione da Gerusalemme, attraversando in auto il posto di controllo israeliano lungo il muro di sicurezza aperto proprio per la messa, dopo il giro di vite sui transiti seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre.

Per la prima volta portava al collo una kefyah bianca e nera, simbolo del nazionalismo palestinese, sopra l’abito talare rosso. A scortarlo in chiesa non c’erano allegri boy scout palestinesi con le cornamusa, come da tradizione: i ragazzi sono rimasti in silenzio e mostravano cartelli come “Vogliamo la pace, non la guerra” e “Benedetti siano gli operatori di pace”.

Il Patriarca nell’omelia ha rivolto il pensiero a “quanti soffrono e piangono in attesa di un gesto concreto di vicinanza e di cura“. “I nostri pensieri non possono essere lontani da chi ha perso tutto in questa guerra e sono dispersi, soli e paralizzati dal loro dolore. I miei pensieri vanno, senza distinzione, a tutti quelli che sono toccati da questa guerra, in Palestina e Israele e in tutta la regione”.

Betlemme e i suoi 30mila abitanti hanno vissuto un Natale in tono minore, senza luci e decorazioni, come segno di lutto per la guerra a Gaza, poche decine di chilometri più a sud. Nella Piazza della Mangiatoia, dove si solito viene allestito un grande albero di Natale, è stato piazzato un sobrio presepe con i personaggi grigi come fantasmi e circondati da filo spinato e macerie e il bambinello avvolto in un telo bianco.

Il cardinale Pizzaballa ha scambiato qualche parola con i giornalisti in attesa davanti alla Basilica della Natività. “Dobbiamo fermare i bombardamenti” a Gaza, ha affermato secondo quanto riferito dal Washington Post, “riportare le persone a una vita normale. Non posso dire riportarle a casa, perché non hanno più una casa dove andare”.