Israele: “Hamas non controlla più il Nord della Striscia”. Scontro con gli Usa sul futuro di Gaza

AGI – L’esercito israeliano sta intensificando l’offensiva nel nord di Gaza, dove decine di migliaia di palestinesi stanno fuggendo verso Sud nella speranza di trovare rifugio dopo oltre un mese di bombardamenti e assedio. “Se ne stanno andando perché hanno capito che Hamas ha perso il controllo del nord e che il sud è più sicuro”, ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari in una conferenza stampa, dove ha detto che mercoledì 50.000 abitanti della Striscia sono fuggiti dalla parte settentrionale della regione

L’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) stima che 72.000 persone siano fuggite dall’apertura di un corridoio di evacuazione il 5 novembre scorso ma che i movimenti sono continui. Ma centinaia di migliaia di persone si trovano ancora a vivere in una “situazione umanitaria disastrosa” e “stanno lottando per ricevere le il fabbisogno necessario di cibo e acqua per la loro sopravvivenza”.

IDF combat engineers are currently working to expose and destroy Hamas terrorist infrastructure in Gaza, including tunnels. Water and oxygen storage discovered inside the tunnels indicates Hamas’ preparations for prolonged stays underground.

130 tunnel entrances have been… pic.twitter.com/McuxQHc1b2

— Israel Defense Forces (@IDF)
November 9, 2023

L’accordo sfumato (mediato con il Qatar)

Un accordo tra Israele e Hamas, mediato dal Qatar, per il rilascio di un massimo di 50 prigionieri detenuti a Gaza è sfumato a causa del lancio dell’operazione di terra a Gaza da parte di Israele il 27 ottobre, secondo quanto riferisce il New York Times. Il bilancio delle vittime tra i dipendenti che lavorano a Gaza per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa) e’ salito a 99, ha detto il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite Stephane Dujarric in una conferenza stampa.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito che non ci sarà un cessate il fuoco a Gaza senza il rilascio degli ostaggi. “Voglio mettere da parte tutte le voci inutili che sentiamo da tutte le direzioni e ripetere una cosa chiara: non ci sara’ cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi”, ha detto citato dal Times of Israel.

The 252nd Division is conducting ground operations in Gaza, securing the area of Beit Hanoun by eliminating:
Terrorists
Subterranean tunnels
Hamas terrorist infrastructure

“It is our duty to restore peace and security to our civilians.”
— Commanding officer of the 252nd… pic.twitter.com/SkWLA14V0L

— Israel Defense Forces (@IDF)
November 8, 2023

Aiuti alla popolazione

Nek frattempo, a Gaza, sono entrati più di 80 camion con aiuti nelle ultime 24 ore. Almeno secondo i dati riportati dalla Casa Bianca nel corso del briefing con i media. Si tratta, secondo gli analisti, di uno dei maggiori interventi umanitari dall’inizio del conflitto.

“Sappiamo cosa non vogliamo vedere a Gaza dopo il conflitto. Non vogliamo vedere Hamas al comando. Non vogliamo vedere una rioccupazione da parte di Israele. Ma quello che vedremo, quello che vogliamo vedere, penso che lo stiamo ancora scoprendo. Dovremo avere conversazioni diplomatiche con la gente della regione per risolvere questo problema”, ha aggiunto, parlando con la Cnn, il portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale, John Kirby

Gli scenari futuri per Nato e Ue

“Israele ha il diritto di difendersi nell’ambito del diritto internazionale e i civili devono essere protetti. Gli Alleati sostengono le pause umanitarie per permettere che gli aiuti arrivino a Gaza. È importante che questa crisi non si sviluppi in un conflitto regionale. Iran e Hezbollah e altri gruppi non devono operare per l’escalation”. È il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a spiegare gli obiettivi dell’organizzazione.

 Nelle ultime ore ha parlato anche Ursula von der Leyen. “Credo in cinque principi che possano costruire un terreno comune per il post-guerra. Innanzitutto, Gaza non può essere rifugio per i terroristi e ci sono diverse idee su come assicurare questo. Secondo, l’organizzazione terroristica di Hamas non può controllare o governare Gaza. Ci deve essere un unico Stato palestinese e un’unica Autorità palestinese. Terzo, nessuna presenza di sicurezza di Israele a lungo termine a Gaza, perchè Gaza è parte essenziale di ogni futuro Stato palestinese e il territorio di Gaza non può essere amputato o ridotto in alcun modo”.

E ancora: “Quarto, nessuno spostamento forzato di palestinesi da Gaza: questo sarebbe una tragedia umanitaria e anche una ricetta per avere più instabilità regionale. E, infine, nessun blocco di Gaza perchè uno Stato palestinese sia sostenibile anche dal punto di vista economico”.

Non mancano le denunce da Bruxelles, attraverso le parole di Michel: “Nulla può giustificare il terrore lanciato da Hamas contro il popolo di Israele il 7 ottobre. Oltre 1.400 persone innocenti, uomini, donne e bambini, massacrati. E oltre 240 persone sono state prese in ostaggio. E la brutalità di Hamas non si ferma qui. A Gaza sta usando civili innocenti, la propria gente, come scudi umani”.