Israele intensifica i raid. Bufera sugli Usa per il veto alla risoluzione Onu

AGI – Israele ha intensificato la sua offensiva contro Hamas a Gaza, dopo che gli Stati Uniti hanno bloccato una risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco immediato, dopo più di due mesi di guerra. Il governo del premier Benjamin Netanyahu è sotto pressione affinché faccia di più per proteggere i civili, mentre persegue la missione di “sradicare” Hamas dalla Striscia.

Anche il suo principale alleato, gli Stati Uniti, affermano che esiste un “divario” tra ciò che le autorità israeliane dicono e ciò che stanno facendo. Tuttavia, ieri sera gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva un “cessate il fuoco immediato“. Altri 13 membri del Consiglio hanno sostenuto la risoluzione, mentre il Regno Unito si è astenuto, a riprova delle crescenti preoccupazioni internazionali per la disperata situazione umanitaria a Gaza.

Hamas e l’Autorità palestinese, che governano rispettivamente Gaza e Cisgiordania, hanno condannato il veto americano in un momento in cui, secondo il movimento islamista, sono 17.487 le persone uccise dall’offensiva israeliana, in maggioranza donne e minori. Nel Sud di Gaza, un bombardamento israeliano a Khan Younis ha provocato questa mattina sei morti e altre cinque persone sono rimaste in un altro attacco a Rafah, ha fatto sapere ministero della Sanità di Hamas. Israele bombarda Gaza dal 7 ottobre, in risposta all’attacco lanciato dai miliziani di Hamas contro il suo territorio e in cui sono state uccise circa 1.200 persone, per lo più civili, e rapite altre 240.

Del numero totale degli ostaggi, circa 138 rimangono prigionieri. L’offensiva, che dal 27 ottobre prevede anche operazioni di terra, ha ridotto in macerie l’enclave palestinese dove secondo il segretario generale Onu, Antonio Guterres, tutto il sistema di aiuti umanitari “rischia il collasso”. Secondo le Nazioni Unite, più della metà delle case sono state distrutte o danneggiate e 1,9 milioni di persone, l’85% della popolazione, è sfollata.

Le ragioni del veto Usa

Dal 9 ottobre, Israele ha imposto un assedio quasi totale alla Striscia. I bombardamenti si sono fermati solo durante la tregua di una settimana entrata in vigore il 24 novembre e durante la quale le parti in guerra hanno scambiato ostaggi con prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Mercoledì, Guterres ha invocato l’Articolo 99 della Carta Onu per convocare una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza, svoltasi ieri e dedicata alla situazione catastrofica nella Striscia.

La risoluzione, presentata dagli Emirati Arabi Uniti e appoggiata da 97 Paesi, chiedeva un cessate il fuoco immediato come anche il rilascio di tutti gli ostaggi. Per il vice rappresentante Usa all’Onu, Robert Wood, il documento era dissociato dalla “realtà” e “non avrebbe mosso un ago sul terreno”. Per Washington, il testo non denunciava a sufficienza le azioni di Hamas. Il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha ringraziato Washingron e spiegato che un cessate il fuoco “potrebbe impedire il crollo dell’organizzazione terroristica Hamas, che sta commettendo crimini di guerra e crimini contro l’umanità e le permetterebbe di continuare a governare la Striscia di Gaza”.

Hamas, come prevedibile, ha condannato fermamente la posizione Usa, definendola “immorale e disumana”, e ha affermato che costituisce “partecipazione diretta” ai “massacri”. Per il premier dell’Autorità palestinese, Mohamed Shtayyeh, la decisione americana è “una vergogna” e “dà un altro assegno in bianco all’occupazione per massacrare, distruggere e sfollare”. Russia e Cina hanno criticato la scelta Usa e l’Iran ha avvertito che il veto americano espone il Medio Oriente al rischio di una “esplosione incontrollabile” della situazione.

Dal canto loro, un gruppo di Paesi arabi e musulmani, tra cui il Qatar che ospita la leadership politica di Hamas, ieri ha visto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, a Washington e ha ribadito l’appello all’amministrazione Biden a fare pressing su Israele, perché accetti una tregua. Gli Usa “rischiano l’isolamento”, secondo la Bbc. La Casa Bianca è stata sommersa di critiche anche dalle organizzazioni per i diritti umani, da Human Rights Watch ad Amnesty International che hanno parlato di “complicità e di “assenza di leadership globale”.

Israele afferma di aver adottato misure per proteggere i civili e accusa Hamas di utilizzare la popolazione come scudi umani. “Man mano che i combattimenti continuano, sempre più persone verranno uccise e la sofferenza di coloro che sopravvivranno non potrà che peggiorare. Per gli Stati Uniti, potrebbe essere una questione di tempo prima che le richieste di cessate il fuoco diventino troppo forti per essere ignorate”, ha avvertito l’emittente britannica.