La battaglia degli studenti greci contro le università private

AGI – “Diplomi di maggior valore e percorsi di studio gratuiti”. Per la quarta settimana consecutiva, circa 15.000 studenti e insegnanti, secondo la polizia, hanno protestato giovedì ad Atene contro il progetto che autorizza le università private. Slogan simili sono comparsi in molti striscioni alla testa del corteo di studenti provenienti da tutta la Grecia, riunitisi nel centro della Capitale e scortati da un nutrito contingente di polizia in tenuta antisommossa. La manifestazione si è diretta verso piazza Syntagma, davanti al Parlamento, dove il disegno di legge, presentato mercoledì dal ministro dell’Istruzione Kyriakos Pierrakakis, sarà discusso a breve in vista dell’adozione entro la fine del mese.

Il ministro del governo conservatore di Kyriakos Mitsotakis ha descritto la riforma come un “passo storico” che impedirà a migliaia di studenti greci di lasciare il Paese per studiare in altre università europee o americane. Secondo il ministero, infatti, più di 40.000 giovani stanno attualmente studiando all’estero.

Gli atenei ‘sottofinanziati’

“Le università sono già sottofinanziate, e con gli istituti privati che rilasciano titoli di studio dello stesso valore, le sovvenzioni statali diminuiranno”, spiega Eleni Iatrou, studentessa di agroalimentare presso la Facoltà di Kalamata (sud), che si è recata ad Atene per partecipare alla manifestazione. In risposta, il governo di Atene assicura che le università private avranno criteri operativi rigorosi che garantiranno un livello equivalente a quello delle università pubbliche.

Attualmente, alcuni dipartimenti delle università private greche possono rilasciare solo “diplomi professionali”. I diplomi universitari sono invece rilasciati solamente da istituzioni pubbliche. Il governo sostiene che questa riforma attirerà “grandi realtà universitarie dall’estero”, che attualmente sono riluttanti a stabilirsi in Grecia, stimolando così la crescita. Ma molti accademici e studenti, soprattutto di sinistra, temono che l’istruzione superiore pubblica venga “ulteriormente svalutata a favore di istituzioni a scopo di lucro“. Sono inoltre preoccupati per il continuo sottofinanziamento delle università pubbliche, che non dispongono dei fondi necessari per il loro funzionamento.

 

 

 

Costi sempre più insostenibili

Le università greche hanno subito pesanti tagli di bilancio a seguito del crollo finanziario dal 2008 al 2018 e della cura di austerità a cui il Paese è stato sottoposto negli anni passati. Secondo la Banca Mondiale, nel 2020 la Grecia spenderà il 7,1% del suo bilancio pubblico per l’istruzione, il livello più basso da almeno 25 anni.

 

“La qualità delle università private non è garantita e gli studi diventeranno sempre più costosi”

(Alexandre Balantina, professore di musicologia all’Università di Corfù)

 

Per Dimitra Hatzivassili, studentessa di infermieristica di 23 anni all’Università della Tessaglia (Grecia centrale), il progetto di legge “colpirà l’istruzione superiore pubblica allo stesso modo della privatizzazione di altri settori pubblici, come la sanità e i trasporti”. Molte facoltà in tutta la Grecia sono occupate dagli studenti, che ogni giovedì dall’inizio dell’anno sono scesi in piazza ad Atene e in altre città greche. Alla facoltà di legge di Komotini, 700 km a nord-est di Atene, lunedì sono scoppiati incidenti tra studenti e polizia antisommossa. Diciotto studenti sono stati arrestati.

 

Kostas Stathopoulous ritiene che “le università private causeranno ancora più problemi al mercato del lavoro, poiché il numero di studenti non potrà essere assorbito e coloro che hanno i mezzi finanziari potranno ottenere una laurea molto più facilmente”. Lo studente, 24enne, presente alla marcia ateniese, è stato uno dei fermati dalle forze dell’ordine, nella giornata di lunedì, prima di essere rilasciato. I precedenti governi conservatori avevano tentato più volte negli ultimi decenni di introdurre una riforma universitaria, senza riuscirci a causa delle manifestazioni molto partecipate e rumorose.