La denuncia della polizia criminale: “I trapper sono simboli negativi” per i giovani

AGI – I trapper “sono simboli negativi” in quanto “veicolano un messaggio di un successo effimero e immediato magari raggiunto proprio con la commissione di crimini”. Lo ha detto Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi Criminale, che fa capo alla Direzione centrale della Polizia criminale, a margine della presentazione del report ‘Criminalità minorile in Italia 2010-2022’. Per Delfini si tratta di comportamenti che “possono essere emulati da menti che non hanno sviluppato ancora capacità critica“, mentre invece la priorità dev’essere sempre e ovunque quella di “proporre messaggi positivi”.

Aumentano le gang

Secondo Delfini, in Italia negli ultimi cinque anni “abbiamo registrato un aumento delle gang giovanili”. Il dato era già emerso in un report presentato lo scorso anno, ma ora è confermato anche dai dati aggiornati al 2023. 

Criminalità minorile preoccupazione sociale

Quella della criminalità minorile “è una delle preoccupazioni sociali del nostro Paese e occorre lavorare di squadra in maniera interdisciplinare”, ha commentato il vice capo della Polizia e direttore centrale della Criminalpol, prefetto Raffaele Grassi, intervenendo, presso la Direzione centrale di Polizia Criminale – Polo Anagnina, alla presentazione del report. . Educare alla legalità – ha detto Grassi – è un “tema centrale” che “richiede un grande sforzo e congiunto da parte di tutti.

E’ lavoro di squadra, con il coinvolgimento di tutti gli attori sul territorio”. Grassi ha sottolineato che i dati evidenziano un incremento dei reati violenti, come rissa e lesioni, e l’intero documento “andrà ad arricchire i tavoli di lavoro già attivati e quelli che lo saranno sul territorio”.

Quello della criminalità minorile è “un fenomeno verso cui il Dipartimento di Pubblica Sicurezza e tutte le forze dell’ordine stanno esprimendo le massime energie per contenerlo”. Per il capo della Criminalpol, l’obiettivo del report è “mettere tutti gli attori nelle condizioni di rendere sempre piu’ performante l’azione di prevenzione e contrasto“, cercando di superate le criticità e “dando anche la possibilità di poter recuperare a chi ha sbagliato”.

Prioritario è coinvolgere le famiglie e le scuole, due istituti chiamati ad avere un ruolo fondamentale. 

Le responsabilità sono degli adulti

Il direttore del carcere minorile di Nisida, Gianluca Guida, non ha dubbi: a criminalità minorile è un fenomeno “che coinvolge e determina responsabilita’ delle fasce adulte” della societa’, “dalle famiglie alle comunita'” che “possono aver influito sull’origine della devianza, tema a cui tutti dobbiamo essere attenti”.