La Francia punta a una legge sull’immigrazione più dura

AGI – Pochi giorni dopo l’attentato di Arras in cui un insegnante è stato accoltellato, il ministro dell’Interno Gerald Darmanin presenta una versione più restrittiva della legge immigrazione, che sarà dibattuta in Senato dal 6 novembre. Come riferito da Le Monde, Darmanin intende in particolare aumentare da tre a 18 mesi la durata massima della detenzione amministrativa per gli stranieri in situazione irregolare e quelli schedati nel “file S” o delinquenti, in modo da avere più tempo per allontanarli dal territorio nazionale.

Tra le sue nuove proposte c’è anche quella di fare un passo indietro sulla creazione di un permesso di soggiorno per “i lavori in tensione”, nei settori che richiedono manodopera. Inoltre il ministro suggerisce che “l’adesione a un’ideologia jihadista” da parte di qualsiasi straniero sara’ motivo di ritiro del permesso di soggiorno. Di fatto oggi la legge prevede già che il permesso possa essere ritirato “a qualsiasi straniero la cui presenza in Francia costituisca una minaccia per l’ordine pubblico”, così come agli stranieri che hanno commesso reati gravi quali traffico di droga, tratta di esseri umani, sfruttamento della prostituzione.

Il ministero di Place Beauvau ha fatto l’esempio di uno straniero che abbia sul suo telefono “la foto di una decapitazione dello Stato islamico“. Darmanin ha nel mirino in particolare 2.852 stranieri titolari di permesso di soggiorno e iscritti nel fascicolo per il trattamento delle denunce di prevenzione e radicalizzazione a carattere terroristico (Fsprt) – oltre 20 mila persone registrate, soprattutto francesi – che intende rendere irregolari per tenerle lontane. “Diamo oggi ai prefetti e al ministro degli Interni i mezzi per proteggere i francesi”, ha detto Darmanin al presidente del gruppo Les Republicains all’Assemblea nazionale, Olivier Marleix, durante un’interrogazione al governo ieri.

3376 signalements d’apologies du terrorisme ou d’actes antisémites ont été recensés, d’après Gérald Darmanin pic.twitter.com/HOcaXskexA

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October 17, 2023

Scenari e reazioni

Il disegno di legge sull'”immigrazione”, sul quale il ministro lavora per costruire una maggioranza parlamentare sin dalla sua presentazione nel novembre 2022, viene considerato da molti esponenti politici un rimedio efficace alla minaccia terroristica, ma al momento non c’è una posizione di unanimità. Con una nuova versione più dura, l’esponente di spicco del governo sta tentando di mettere la destra gollista di Les Republicains nelle condizioni di sostenere il suo testo al Senato e all’Assemblea nazionale.

Per far approvare la nuova norma sull’immigrazione – entro la fine dell’anno – Darmanin intende sostenere diversi emendamenti al testo adottato dalla destra senatoriale in commissione legge. Uno di questi prevede che sia il Parlamento a determinare “il numero di stranieri ammessi a stabilirsi permanentemente in Francia, per ciascuna categoria di soggiorno” e che venga inserita una condizione di padronanza “base” della lingua francese per ottenere un permesso di soggiorno nell’ambito del ricongiungimento familiare.

In ballo c’e’ anche la trasformazione dell’Assistenza medica statale (Ame), di cui oggi beneficiano piu’ di 410 mila stranieri privi di documenti, in assistenza medica di emergenza. In futuro, se l’emendamento venisse approvato, tali aiuti coprirebbero esclusivamente “la profilassi e la cura delle malattie gravi e del dolore acuto; cure legate alla gravidanza e alle sue conseguenze; vaccinazioni regolamentari; esami di medicina preventiva”.

Su questo punto l’esecutivo è diviso: lo stesso portavoce del governo, Olivier Veran, ha riconosciuto “un vero disaccordo” con Darmanin, mentre il primo ministro, Elisabeth Borne, ha lanciato la scorsa settimana una missione di riflessione sul sistema di assistenza sanitaria agli immigrati, affidata a una personalità politica favorevole a un suo inasprimento.

In un rapporto odierno, Medecins du Monde ricorda che l’Assistenza medica statale rappresenta solo lo 0,47% del bilancio dell’assicurazione sanitaria e che il tasso di non ricorso da parte degli stranieri si aggira intorno al 49%. La Ong teme un ulteriore peggioramento dello stato di salute delle persone potenzialmente coinvolte e della situazione negli ospedali.