La mozione sul caso Sgarbi ricompatta le opposizioni 

AGI – Il caso Sgarbi ricompatta le opposizioni. M5s, e poi Pd e Avs, hanno depositato insieme una mozione alla Camera in cui impegnano il governo “ad avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a sottosegretario di Stato del professor Vittorio Sgarbi”. Una richiesta che ha al centro l’inchiesta di due procure (Imperia e Macerata) sulla vicenda del quadro, ‘La cattura di San Pietro’ di Rutilio Manetti, rubato nel 2013 dal castello di Buriasco e riapparso, ‘ritoccato’ per gli inquirenti, a una mostra a Lucca nel 2021.

“Un atto strumentale costruito su insinuazioni e false ricostruzioni diffuse da un giornale, Il Fatto, notoriamente organo di propaganda dei 5 Stelle, e da una trasmissione, Report, che ha costruito un teorema di supposizioni con il chiaro intento di gettare discredito su di me”, ribatte Sgarbi in una nota. 

 “Una miserabile e inaudita campagna di delegittimazione, cosi’ sfrontata e plateale che i due autori della falsa ‘inchiesta’ da giorni non esitano a rilanciarla sui social facendosi spalleggiare da noti esponenti delle opposizioni. Il giornalismo deve raccontare i fatti, non manipolarli per colpire avversari politici – continua – le indagini della magistratura, alla quale ho garantito tutta la mia collaborazione, accerteranno la limpidezza del mio operato. La mia vita è stata dedicata alla difesa del patrimonio artistico. Per questo ritengo una violenza insopportabile essere trattato da colpevole, dando credito a mestatori e untori, in un rigurgito di bieco giustizialismo che ci riporta indietro negli anni”.

Il sottosegretario ribadisce che “l’opera rubata non era riferita a Rutilio Manetti, era giustamente ritenuta una riproduzione, e non era segnalata nè notificata come opera d’arte dalla Soprintendenza che pure aveva vincolato il Castello di Buriasco dove fu rubata un’opera anonima.

Vengo accusato di aver fatto esistere, restaurato e attribuito un’opera che non esisteva e non era nè registrata nè catalogata nè attribuita. L’opera nasce con me ed è riconosciuta da me che la presento a Lucca con la logica provenienza da Viterbo, nello Stato pontificio, non da un Castello in Piemonte pieno di copie e “riproduzioni”.

“Comprendo che le opposizioni debbano manifestare la propria esistenza in vita, ma farlo in nome di menzogne e diffamazioni, è una scelta che non gli rende onore”, conclude Sgarbi.
Per le opposizioni, che si sono aggregate rispetto una mozione che i 5 stelle avevano annunciato di voler presentare giorni fa, “oltre ai connessi profili di carattere penale, la condotta (di Sgarbi, ndr.) getta una oscura e pesante ombra sulla sua attivita’ governativa in un dicastero di cosi’ tale rilievo e delicatezza e, dunque, si pone in palese contrasto con l’articolo 54 della Costituzione“.