L’allarme della Bce: con escalation in Medio Oriente rischio rialzo dell’inflazione

AGI – Un’escalation del conflitto in Medio Oriente “potrebbe innescare un forte aumento dell’avversione al rischio nei mercati finanziari, sciogliendo le vulnerabilità prevalenti”. Oltre alle potenziali ripercussioni negative sull’approvvigionamento di materie prime energetiche, un’escalation “potrebbe minare la fiducia generale e rallentare la crescita economica, spingendo parallelamente al rialzo i tassi di inflazione“.

È l’avvertimento della Bce nell’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria. Un’escalation del conflitto inoltre rischierebbe di minare il sentiment degli investitori e la fiducia dei consumatori. Le preoccupazioni per la debolezza dell’economia, scrive la Bce, “sono amplificate dalla recente recrudescenza delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente.

Esse si aggiungono all’incertezza che circonda le prospettive macrofinanziarie, non solo per le possibili ripercussioni negative sull’approvvigionamento di materie prime energetiche, in caso di ulteriore escalation del conflitto, ma anche per il loro potenziale di innescare l’avversione al rischio nei mercati finanziari e di minare la fiducia nell’economia reale”. 

Bce: la recessione resta uno scenario probabile

“La recessione resta uno scenario probabile di fronte al deterioramento del già debole scenario economico. I numerosi tagli alle stime e sorprese economiche negative confermano un quadro debole con consistenti rischi al ribasso”, sottolinea la Bce. Nel Report, la Bce spiega che se da un lato le condizioni di finanziamento restrittive contribuiscono ad allineare la domanda aggregata all’offerta e a garantire il ritorno dell’inflazione all’obiettivo, dall’altro possono spingere coloro che hanno un’esposizione eccessiva verso la sofferenza finanziaria”.

In particolare, i redditi disponibili, le entrate delle imprese e i bilanci potrebbero subire un’ulteriore compressione “se l’attività economica dovesse deludere ulteriormente o se i prezzi dell’energia dovessero aumentare nel prossimo inverno”. 

Bce: l’impatto degli alti tassi deve ancora farsi sentire

L’aumento dei tassi da parte della Bce si è tradotto “in un aumento dei costi di finanziamento per tutti i settori dell’economia” e “il conseguente inasprimento delle condizioni finanziarie e creditizie si sta trasmettendo all’attività economica”. Ma “gran parte dell’impatto della stretta monetaria deve ancora concretizzarsi”, si legge nel rapporto.

Le prospettive di stabilità finanziaria restano fragili

Le prospettive di stabilità finanziaria dell’eurozona restano fragili. Lo sostiene la Bce nell’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria. L’Eurotower sottolinea che i mercati finanziari restano esposti a sviluppi avversi a livello geopolitico e macro finanziario, che potrebbero venire potenzialmente amplificati dalle vulnerabilità presenti in alcune istituzioni della finanza non bancaria.

Da parte sua, l’economia reale non ha ancora pienamente risentito della stretta monetaria degli ultimi mesi e l’aumento dei costi di indebitamento e di rinnovo dei debiti metterà alla prova la resilienza di famiglie, imprese e Stati. La redditività delle banche è stata sostenuta dai rialzi dei tassi ma ora subirà venti contrari con l’aumento dei costi di finanziamento e il peggioramento della qualità e dei volumi di credito.