L’analista: “Abu Mazen è in trappola e non può condannare Hamas”

AGI – “Abu Mazen non può uscire da questa situazione, è in trappola: non può commettere il suicidio politico di condannare Hamas perché quella condanna sarebbe un’ulteriore luce verde per Israele per la pulizia etnica a Gaza. Allo stesso tempo, non può appoggiare Hamas per paura che lo stesso destino capiti alla Cisgiordania”. A dirlo all’AGI è Nour Odeh, analista politica palestinese, giornalista ed ex portavoce dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), alla luce di quanto sta avvenendo nella regione dopo l’attacco massiccio del Movimento islamico contro Israele che ha causato oltre 1.300 morti scatenando un nuovo conflitto con lo Stato ebraico.

Mentre le immagini rimandano gli intensi bombardamenti israeliani sulla Striscia, con la morte di 1.800 persone, in Cisgiordania “sono 40 i palestinesi uccisi da sabato e la situazione diventa sempre peggio, con aggressioni di coloni ogni giorno e l’esercito israeliano che ha frammentato i Territori completamente, interrompendo i collegamenti tra le città. Le persone che guardano cosa sta succedendo a Gaza stanno raggiungendo il punto di rottura, le vedete scendere in strada per urlare, per mostrare che sentono dolore per quello che provano i residenti di Gaza. È lo stesso popolo, hanno amici, famiglie, cari li'”. 

“Quello che sta succedendo è traumatizzante a livello collettivo, avrà un impatto non solo sulla Cisgiordania ma anche sulle piazze arabe in generale”, sottolinea Odeh, parlando di “semi della rabbia e senso di ingiustizia che sono stati piantati”.

Manifestazioni di massa per solidarietà con i palestinesi ci sono state in tutta la regione – da Amman a Baghdad a Beirut – tuttavia la ‘Giornata della Rabbia’ indetta da Hamas non è degenerata in gravi violenze. Ma i timori per un’escalation regionale restano all’orizzonte. “C’è una popolazione giovane araba in tutti questi Paesi che già vive in condizioni miserabili, la cui voce non viene ascoltata e rispettata, senza prospettive economiche. Tutte cose che messe assieme creano le condizioni per una tempesta perfetta”.

È in questo scenario che si dibatte l’Anp e il suo leader Abu Mazen, stretto tra gli appelli occidentali a condannare l’attacco di Hamas e la rabbia e l’insofferenza delle piazze verso l’occupazione israeliana. Il segretario di Stato americano Antony Blinken, in visita nella regione, ha sostenuto che il Movimento islamico non rappresenti il popolo palestinese o le sue legittime aspirazioni a vivere in sicurezza e libertà. Per Odeh, parole “oltraggiose” da parte di un Paese che ha la “responsabilità per dove siamo adesso”, con il fallimento del processo di pace.