L’economia spaziale è il futuro del Made in Italy (e dell’Africa)

AGI –  Un peso sempre maggiore nell’Agenzia Spaziale Europea, il sesto posto al mondo per investimenti nel settore in proporzione al Pil con 4,6 miliardi allocati solo nel 2021, un comparto industriale che vede attive 250 imprese, 12 distretti e 6 mila addetti. L’Italia è già in prima linea nella corsa allo spazio e le sue eccellenze tecnologiche le consentono di ambire a un ruolo ancora più rilevante. È questo il messaggio lanciato al Paese dalla terza edizione della Giornata Nazionale dello Spazio.

Nel corso dell’evento, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, e il capo di gabinetto del dicastero, Federico Eichberg, hanno ricordato i numerosi progetti di respiro internazionale che ci vedono coinvolti – tra cui la base di Malindi, tassello fondamentale del “Piano Mattei” per l’Africa – e hanno tracciato il cammino per un futuro che, nei piani del governo, vedrà la “space economy” diventare un pilastro sempre più vitale per lo sviluppo del Paese. 

“L’economia spaziale è il mercato che cresce di più e rappresenta il futuro del Made in Italy,” ha sottolineato Urso a Palazzo Piacentini, sede del suo ministero, dove si è svolta la cerimonia di presentazione di un’emissione filatelica dedicata allo spazio ed è stato tagliato il nastro inaugurale di un’esposizione, curata dall’Asi, che “racconta le competenze tecnologiche e scientifiche dell’Italia dello Spazio, attraverso missioni iconiche, programmi spaziali e scienza del cosmo”.

La mostra, spiega l’Asi, “è progettata con un taglio fortemente divulgativo e immersivo e si avvale di modelli e manufatti spaziali, pannelli esplicativi e interattivi, video e videopillole, che illustrano i molti volti delle attività produttive italiane nel settore”. Un appuntamento parte di un fitto calendario di iniziative che ha inoltre tra i suoi fiori all’occhiello la mostra immersiva Space Dreamers inaugurata il 14 dicembre a Milano, città che dal 14 al 18 ottobre ospiterà l’International Astronautical Congress, la più importante manifestazione mondiale nel settore.

Un mercato in crescita esponenziale

“È un mercato in crescita esponenziale, noi pensiamo che i comparti del futuro del Made in Italy siano lo spazio e i mari”, ha dichiarato il ministro, “infatti come collegati alla manovra economica abbiamo indicato due leggi quadro, una sulla Space Economy e l’altra sulla Blue Economy, sono la nostra storia ma anche il nostro futuro, sono le nuove dimensioni della crescita e dello sviluppo dell’umanità ma anche del Made in Italy”.

“È un grande mercato, quello che cresce di più, dove si realizzano le più significative sperimentazioni, pensiamo a quelle che riguardano l’alimentazione”, ha proseguito Urso, “l’Italia è in campo con grandi player che sono attori ma anche con centinaia di piccole e medie imprese che realizzano gran parte di quella tecnologia che vediamo nei sistemi satellitari”.

L’ambizione della legge è porre l’Italia all’avanguardia in vista del varo di un regolamento europeo in materia. Il testo, ha aggiunto Urso, “ci porrà al centro dell’attenzione perché il primo G7 di questo anno di presidenza italiana inizierà appunto con il G7 sull’Industria e Sullo Spazio il 14 marzo a Verona perché tutti noi siamo consapevoli che è una grande sfida e una grande competizione tra diversi attori e noi dobbiamo garantire un accesso autonomo europeo”. Un altro appuntamento 

“Ieri un altro successo: l’Agenzia Spaziale Europea ha annunciato che un italiano sarà direttore dei servizi interni, insomma, abbiamo mostrato che l’Italia c’è, è in campo, è un grande attore”, ha osservato Urso, ricordando che la Space Economy “avrà evoluzioni sull’intero sistema produttivo del nostro Paese perché la tecnologia spaziale pervade ogni attività produttiva”. Una tecnologia il cui sviluppo potrà contare sul significativo contributo delle risorse del Pnrr, con oltre 3 miliardi di euro destinati all’Asi, una cifra, ha ricordato il ministro, “pari a quella della Francia e poco inferiore a quella della Germania”.

“Protagonisti dell’avventura spaziale in Africa”

Un futuro che si intreccia con il destino di quello che viene definito il continente del futuro, ovvero l’Africa. “L’Italia può essere protagonista dell’avventura spaziale del Continente africano”, ha detto ancora Urso, “la nostra base di Malindi (il centro spaziale Luigi Broglio, nda) pensiamo possa divenire la base spaziale delle piccole costellazioni satellitari dei paesi africani che finalmente vogliono anch’essi competere in uno dei comparti più importanti della società del futuro”.

“Nella base in Kenia – ha precisato Urso – saranno sviluppate sempre più la formazione e la ricerca insieme ai nuovi attori a cominciare dal Kenia, ma anche altri Paesi africani che ci chiedono cooperazione e partnership in questo campo: Egitto, Angola, Algeria. Pensiamo che l’Italia possa essere, anche all’interno del Piano Mattei, una protagonista dello sviluppo dello spazio per i paesi dell’Africa, il continente del futuro”.

Campioni di qualità

E oltre che un “attore mondiale dello spazio” l’Italia è anche un “campione di qualità nel campo dello spazio”, ha affermato Valente, aprendo, presso l’auditorium dell’Asi, la seconda parte della Giornata (l’evento “In cinque minuti: le parole chiave del successo del Made in Italy dello Spazio”), segnata dall’intervento di rappresentanti delle principali aziende italiane impegnate nel comparto. 

“Ci sono tantissimi esempi che potrei portare, mi limito a citare la nostra altissima qualificazione nell’ambito dell’osservazione della Terra, dalla rete Skymed al satellite Prisma alla nuova costellazione di satelliti Iride, con il sostegno del Pnrr”, ha proseguito Valente, “l’esplorazione robotica e umana, la scienza dell’universo, sette astronauti più due riservisti di nazionalità italiana”.

Valente ha quindi menzionato “la leadership europea nell’esplorazione marziana, con le missioni in corso e quella che vedrà presto la luce, la contribuzione italiana all’Iss, dove più del 50% dei moduli pressurizzati del settore americano sono stati realizzati da un’azienda del nostro Paese, l’operatività dell’Italia nel settore del lancio, la missione Euclid, la responsabilità del contratto di gestione operativa del sistema europeo Galileo”.