L’indagine di Washington sulle forniture di chip dalla Cina

AGI – Gli Stati Uniti condurranno un sondaggio tra le aziende del Paese su come ottengono semiconduttori fabbricati in Cina, con l’esecutivo americano che spiega che vuole rafforzare la catena di approvvigionamento e ridurre i rischi per la sicurezza nazionale.

Questa indagine, che inizierà a gennaio, “informerà la politica degli Stati Uniti volta a rafforzare la catena di fornitura dei semiconduttori, promuovere condizioni di parità per la produzione tradizionale di chip e ridurre i rischi per la sicurezza nazionale che arrivano dalla Cina”, ha annunciato il Dipartimento del Commercio in una nota. Il ministro del Commercio, Gina Raimondo, ha sottolineato che “il governo da solo non può creare e mantenere una catena di approvvigionamento forte“. E ha aggiunto: “Abbiamo bisogno della partecipazione dell’industria”.

L’indagine fa seguito a un report pubblicato il 12 dicembre da una commissione parlamentare americana che chiede un “reset” delle relazioni economiche che gli Stati Uniti intrattengono con la Cina. Tra le 150 proposte contenute, l’aumento dei dazi doganali per alcuni prodotti ha avuto un posto di rilievo.

“Negli ultimi anni abbiamo visto potenziali segnali di pratiche preoccupanti dalla Cina, volte ad aumentare la produzione di semiconduttori da parte delle proprie aziende e a rendere più difficile la concorrenza per le società americane”, afferma Gina Raimondo nel comunicato stampa. Il Dipartimento del Commercio spiega quindi di voler adottare “misure proattive per valutare la catena di fornitura americana dei semiconduttori raccogliendo dati dalle aziende Usa sulla fornitura dei loro chip”, sottolinea il segretario del Commercio.

La dichiarazione afferma che le società con sede negli Stati Uniti rappresentano circa la meta’ delle entrate globali dei semiconduttori, “ma devono affrontare un’intensa concorrenza sostenuta da crescenti sussidi da parte dei governi stranieri”.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha incontrato il suo omologo cinese Xi Jinping lo scorso novembre a San Francisco. I due leader hanno affermato di voler promuovere la cooperazione e la comunicazione per garantire che la competizione tra le due potenze rivali non degeneri in conflitto.