Lollobrigida, sono nel mirino ma non mi dimetto

AGI – “Ho solo chiesto di scendere. Una richiesta lecita, cui ha diritto qualsiasi cittadino. Ho parlato con il capotreno che immagino, abbia poi inoltrato a chi di dovere la mia richiesta”. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare ritorna – in un’intervista al “Corriere della Sera” – sul ‘casò che lo ha visto protagonista della fermata straordinaria del Frecciarossa a Ciampino.

Le sembra un comportamento normale? “Francamente, si’. Il treno – replica Lollobrigida – era in grave ritardo e mi aspettavano, sotto la pioggia, a Caivano, per una cerimonia importante. Avessi fatto ritardo io, avrebbe fatto ritardo lo Stato”.
Sulla richiesta di dimissioni arrivata dalle opposizioni il ministro replica: “Io mi dimetterò quando il mondo dell’agricoltura dirà di essere insoddisfatto del mio lavoro. Per ora, invece, sono tutti entusiasti”.
La posizione della Lega? “Solo una battuta di Romeo. Che, però, mi ha già cercato due volte al telefono… Appena trovo un minuto, lo richiamo”. Il silenzio di Salvini? “È il ministro dei Trasporti. Quando, e se lo riterrà opportuno, credo esprimerà il suo giudizio nelle sedi opportune”.

Meloni è arrabbiata, chiede l’intervistatore, Fabrizio Roncone. “No, assolutamente. La presidente – ribatte Lollobrigida – sa che certe notizie vengono esasperate non per colpire me, ma lei, a Palazzo Chigi”.

“È un anno che mi tengono nel mirino. Ho cominciato con l’apprendere di essere padre a mia insaputa, hanno aggredito una collega che era rimasta incinta e che ha dovuto dimostrare chi fosse il vero padre con un esame del Dna…”, sostiene Lollobrigida.
Dicono che lei sia ormai un ex potente, fa notare il giornalista del Corriere della Sera. “Non lo sono mai stato. E non m’interessa esserlo”, conclude il ministro.