Ministro israeliano shock: l’atomica a Gaza una possibilità. Sospeso

AGI – Un ministro del governo israeliano, quello per il Patrimonio edilizio, Amichai Eliyahu, ha detto che l’utilizzo della bomba atomica su Gaza è, a suo giudizio, “una delle possibilità” in campo. Lo ha detto intervistato alla radio Kol Barma ed è stato uno dei giornalisti, Yaki Adamker, a rilanciare su Twitter i suoi virgolettati. “Non daremmo aiuti umanitari ai nazisti. A Gaza non esistono persone non coinvolte“, ha osservato il ministro. “E allora dovremmo sganciare una bomba atomica su tutta Gaza?”, gli è stato chiesto. E lui ha risposto: “Questa è una delle possibilità”. E quando gli è stato fatto notare che nell’enclave palestinese ci sono 240 rapiti, lui ha risposto: “Preghiamo e speriamo nel loro ritorno, ma in guerra ci sono anche dei prezzi”. Eliyahu è un ministro del governo Netanyahu, del partito di estrema destra Otzma Yehudit.

Lapid sull’atomica a Gaza: “Dichiarazione irresponsabile”

“Un irresponsabile, Netanyahu lo licenzi”: in Israele, il leader dell’opposizione Yair Lapid ha prontamente replicato al ministro del Patrimonio Amichai Eliyahu, che ha definito “una possibilità” l’utilizzo della bomba atomica a Gaza. Lapid ha definito la dichiarazione “scioccante e folle” sostenendo che arriva “da un ministro irresponsabile”. E ha chiesto a Netanyahu di defenestrarlo subito, “stamattina”. 

Netanyahu sull’atomica a Gaza: “Parole fuori dalla realtà”

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha liquidato senza mezzi termini le dichiarazioni di uno dei suoi ministri, Amichai Eliyahu, che ha definito “una possibilità” l’utilizzo di una bomba atomica a Gaza. 

“Sono parole fuori dalla realtà”, ha detto il premier. “Israele e il suo esercito operano secondo i più alti standard del diritto internazionale per prevenire danni ai civili non coinvolti, e continueremo a farlo fino alla vittoria”. Lo riporta il quotidiano israeliano Yedioth Ahronot. 

Il ministro si corregge: “Atomica a Gaza? Una metafora”

In Israele, il ministro di estrema destra Amichai Eliyahu, ha fatto marcia indietro dopo aver detto, in un’intervista, che sganciare una bomba atomica su Gaza è una delle opzioni di Israele.
Dopo la pioggia di critiche -non solo dal leader dell’opposizione, Yair lapid, ma anche dal premier, Benjamin Netanyahu, ha detto: “È chiaro a chiunque abbia un cervello che le parole sull’atomica erano metaforiche”. E poi su X, ha continuato: “Dobbiamo davvero mostrare una risposta forte e spropositata al terrorismo, che chiarisca ai nazisti e ai loro sostenitori che il terrorismo non paga. Questa è l’unica formula con cui le democrazie possono affrontare il terrorismo. Allo stesso tempo, è chiaro che lo Stato di Israele è obbligato a fare di tutto per riportare a casa gli ostaggi vivi e in buona salute”.

Netanyahu sospende il ministro che ha evocato l’atomica a Gaza

In Israele, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha sospeso il ministro del Patrimonio Amichai Eliyahu dalle riunioni di gabinetto fino a nuovo avviso. Lo ha reso noto l’ufficio del premier.
In un’intervista, Eliyahu, esponente del partito di estrema destra ,Otzma Yehudit, ha evocato la possibilità di sganciare una bomba atomica su Gaza, sostenendo che nell’enclave non ci sono praticamente palestinesi non collegati ad Hamas.

Attaccato un campo profughi, decine di vittime

Un attacco delle forze israeliane contro il campo profughi di Al Maghazi, nella Striscia di Gaza, ha causato 51 morti e decine di feriti. Lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui si è trattato di un raid aereo mirato contro l’abitazione della famiglia Samaan, che è stata centrata e distrutta. Sempre secondo la Wafa, i jet israeliani hanno colpito anche un altro campo profughi, Al Shati, dove sarebbe stato sganciate bombe al fosforo.

“Più di 30 morti del massacro commesso dagli occupanti nel campo di Al Maghazi, nella Striscia di Gaza centrale, sono arrivati all’ospedale dei martiri di Al Aqsa a Deir Al Balah”, ha detto in una nota il portavoce del ministero della Sanità di Hamas, Ashraf Al Qudra.

Secondo quanto dichiarato dal movimento islamico su Telegram, Israele ha bombardato “direttamente” le case dei cittadini, e la maggior parte delle vittime erano donne e bambini. “Un attacco aereo israeliano ha preso di mira la casa dei miei vicini nel campo di Al Maghazi, la mia casa accanto è parzialmente crollata”, ha detto Mohammed Alaloul, 37 anni, giornalista che lavora per l’agenzia turca Anadolu. Alaloul ha detto alla France Presse che suo figlio di 14 anni, Ahmed, e suo figlio di 4 anni, Qais, sono stati uccisi nell’attacco, insieme a suo fratello.

Sua moglie, sua madre e altri due figli sono rimasti feriti. Un portavoce militare israeliano ha detto che si sta verificando se le forze di difesa israeliane operassero nella zona al momento del bombardamento.

Gli sfollati da Gaza sono circa 1,5 milioni

Circa 1,5 milioni di palestinesi sono sfollati all’interno della Striscia di Gaza, secondo un documento dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, citato dal quotidiano britannico The Guardian. Il rapporto afferma inoltre che circa 710.275 abitanti di Gaza sono stati accolti in 149 strutture dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, altri 122.000 si trovano in ospedali, chiese ed edifici pubblici, 109.755 hanno trovato riparo in 89 scuole non collegate all’Unrwa e il resto risiede presso famiglie di familiari o conoscenti. 

Idf, attaccati finora 2.500 obiettivi di Hamas

L’esercito israeliano ha annunciato di aver colpito 2.500 obiettivi del gruppo islamista Hamas da quando ha iniziato la sua incursione di terra nella Striscia di Gaza la scorsa settimana. 

While Hamas obstructs their civilians from getting to safety in southern Gaza, Hamas hides within their intricate network of terror tunnels.

IDF troops uncovered multiple access points during operational activity in Northern Gaza. pic.twitter.com/vovapYD4Xn

— Israel Defense Forces (@IDF)
November 5, 2023

“Dall’inizio delle operazioni di terra nella Striscia di Gaza, l’esercito ha colpito più di 2.500 obiettivi terroristici”, ha dichiarato l’Israel Defence Forces in un comunicato. Le forze armate di Tel Aviv hanno inoltre reso noto che i soldati continuano a uccidere “terroristi” in combattimenti ravvicinati e che l’aviazione ha colpito infrastrutture di Hamas, depositi di armi, posti di osservazione e centri di comando e controllo del gruppo islamista nella Striscia di Gaza.

Abu Mazen a Blinken,”Genocidio a Gaza”. Un’ora l’incontro

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha denunciato davanti al segretario di Stato americano Antony Blinken “il genocidio compiuto nella Striscia di Gaza da Israele, che ha promesso di “annientare” Hamas e bombarda senza tregua l’enclave da quando ha subito il sanguinoso attacco del 7 ottobre.

“Ancora una volta ci incontriamo nella situazione più dura possibile: non ho parole per descrivere la guerra di genocidio e la distruzione subita dal nostro popolo palestinese a Gaza per opera dell’apparato militare israeliano, senza alcun rispetto per i principi della legge”, ha detto il presidente palestinese.
L’incontro tra i due, che non era stato preannunciato dalla diplomazia statunitense, è durato un’ora, ha riferito l’agenzia Reuters.

Secondo il cronista della Bbc al seguito, Blinken è volato da Amman a Tel Aviv stamane e ha poi percorso l’ora e mezzo di distanza fino a Ramallah, a bordo di un corteo di furgoni blindati e Suv con i vetri oscurati. 

Abu Mazen, Anp pronta ad assumere la responsabilità di Gaza

Abu Mazen (nome di battaglia di Mahmoud Abbas) ha collegato il ritorno dell’Autorità palestinese a Gaza – alla fine della guerra tra Israele e Hamas – a una “soluzione politica” che includa anche la Cisgiordania occupata e Gerusalemme est. “La Striscia di Gaza è parte integrante dello Stato di Palestina, ci assumeremo tutte le nostre responsabilità nel quadro di una soluzione politica globale per la Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza”, ha affermato Abbas durante l’incontro con Blinken a Ramallah.

Martedì Blinken ha detto di fronte al Congresso che “a un certo punto” l’Autorità Palestinese dovrebbe riprendere il controllo della Striscia di Gaza da Hamas e che terze parti internazionali potrebbero forse svolgere un ruolo transitorio. Abu Mazen, la cui autorità è stata cacciata da Gaza da Hamas nel 2007, risiede a Ramallah e governa solo in Cisgiordania.

Le ultime elezioni legislative palestinesi risalgono al 2006 e furono vinte da Hamas. Impossibilitato a esercitare un potere reale nonostante questa vittoria, il movimento islamico prese il controllo della Striscia di Gaza con la forza l’anno successivo.