Niente tregua per Netanyahu: “Non c’è alternativa alla distruzione militare di Hamas”

AGI – Nessuna tregua. Israele non arretrerà di un millimetro. “Non c’è alternativa alla distruzione militare di Hamas“. Più chiaro di così il premier israeliano Benjamin Netanyahu non poteva essere. Nella conferenza stampa tenuta a Gerusalemme, a quattro mesi dall’inizio del conflitto dopo il terribile attacco del 7 ottobre, il premier, reduce dall’incontro con segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ripete concetti ormai noti: “Vogliamo la completa distruzione di Hamas, continueremo a operare per tutto il tempo necessario, in modo che i terroristi non rialzino più la testa. Hamas non ci sarà più. Solo la vittoria finale, che è ormai a portata di mano, ci consentirà di portare la sicurezza nel nord e nel sud di Israele. Arrendersi alle condizioni deliranti di Hamas porterà a un altro massacro e a una grande tragedia per Israele che nessuno sarebbe disposto ad accettare“.  Dopo aver chiuso a ogni ipotesi di accordo con Hamas per il rilascio degli ostaggi israeliani,  Netanyahu ha detto che “ogni giorno” guarda le foto di coloro che si trovano ancora prigionieri a Gaza “e il mio cuore va in frantumi: non smetteremo mai di chiedere la loro liberazione, ma la pressione militare è il solo modo, non accetteremo mai le richieste di Hamas. Il giorno dopo la guerra sarà anche il giorno post Hamas, non ci sarà più, neanche in formato ridotto: e la demilitarizzazione perenne di Gaza è l’unica possibilità”.

 

 

Parole che fanno intendere quanto sia lontanissima una ipotesi di ‘cessate il fuoco’. E pensare che poche ore prima il portavoce del governo israeliano, Avi Hyman – secondo quanto riportato dal Guardian – riferiva come Tel Aviv stesse “guardando attentamente” ad una nuova proposta di tregua per Gaza presentata dai negoziatori del Qatar. “Abbiamo ricevuto un aggiornamento, abbiamo ricevuto la notifica dai negoziatori del Qatar. Li stiamo guardando. Il Mossad sta esaminando attentamente ciò che ci è stato presentato”, ha detto il portavoce del governo. In giornata, Blinken è tornato a illustrare il punto di vista  degli Stati Uniti (“soluzione a due Stati”) nel colloquio con il presidente israeliano Isaac Herzog secondo quanto riferito dal portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller. 

 

“Il Segretario di Stato ha riaffermato il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele di garantire che gli eventi del 7 ottobre non si ripetano mai e ha sottolineato l’importanza di adottare tutte le misure possibili per proteggere i civili a Gaza – si legge ancora nella nota di Miller – Il Segretario ha discusso gli ultimi sforzi per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti e ha ringraziato il Presidente Herzog per aver riconosciuto l’importanza di fornire assistenza umanitaria ai civili sfollati in tutta Gaza”. Lo stesso Blinken ha poi incontrato il presidente dell’Autorità Palestinese, Abu Mazen, in Cisgiordania. E domani, invece, il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sarà al Cairo per guidare la delegazione del movimento nei negoziati sulla proposta di accordo per un coprifuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani. Nel frattempo in Palestina si continua a morire: un alto ufficiale di polizia di Hamas, Majdi Abdel-Al, è stato ucciso durante un attacco su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza: lo ha fatto sapere lo stesso gruppo terroristico secondo quanto riferisce il Times of Israel. Altre tre persone sono state uccise durante l’attacco a un edificio, mentre l’esponente di Hamas è stato colpito in auto.