Ostaggi da 400 giorni. A Ginevra la prima istallazione per capire cosa si prova

AGI – Bastano solo tre minuti per vivere la sconvolgente esperienza della prigionia, sotto terra, al buio, nelle mani di Hamas. Chi l’ha provata – pur senza trovarsi sotto i cieli di Gaza, esposto al fuoco incrociato e ai bombardamenti – ne è uscito “in lacrime” e profondamente cambiato. Lo assicurano gli organizzatori di una installazione-evento nella centralissima Place des Nations di Ginevra (Svizzera) ai microfoni della radio-tv svizzera RSI. Nella piazza, su cui si affaccia l’omonimo Palazzo delle Nazioni, il quartier generale europeo dell’Onu, è stato trasportato un container al cui interno è stato fedelmente riprodotto un tunnel, in tutto simile a quelli costruiti nel corso degli anni, a Gaza, dagli estremisti di Hamas.

 

Un gruppo di cittadini ginevrini ha pianificato l’evento dopo avere ottenuto informazioni dall’esercito israeliano e aver incontrato esponenti delle associazioni di famigliari degli ostaggi. Colloqui che sono serviti per riprodurre un tunnel il più “autentico possibile”, riferisce l’emittente svizzera.

Si tratta di un progetto-pilota – di “immersione” nella drammatica realtà di un ostaggio – che, a detta degli organizzatori, potrebbe essere riproposto anche in altre città svizzere o in altri Paesi. L’esperimento, infatti, sta suscitando interesse e stimolando riflessioni. L’esperienza dura solo tre minuti, ma ha sconvolto diverse persone, che sono uscite dal sito (6 metri per 2 metri e mezzo) in lacrime. “Era il nostro obiettivo”, ha dichiarato all’agenzia stampa elvetica Keystone-ATS uno degli organizzatori.

 

 

Non è la prima volta che Place des Nations finisce sotto i riflettori dei media. Questo è un luogo iconico, che ospita la sede della seconda sede principale dell’Onu (dopo il Palazzo di Vetro di New York) con i suoi oltre 2mila uffici, ma anche il iConsiglio dei Diritti dell’Uomo nonché l’Alto Commissario dell’Onu per i Diritti Umani. Una piazza che è stata spesso teatro di manifestazioni di protesta e di cortei ma anche di istallazioni provocatorie come la celebre “Broken Chair” dell’artista Daniel Berset. Una monumentale scultura in legno dedicata alle vittime delle mine anti-uomo.