Pace (si spera) per il ‘Salvator Mundi’ della discordia. Sotheby’s vince la causa 

AGI – Il tribunale federale statunitense si è finalmente pronunciato sull’annoso caso del ‘Salvator Mundi’, dipinto su olio di Leonardo da Vinci da anni oggetto di contestazioni e diatribe per via delle numerose versioni conosciute dello stesso soggetto. Prim’ancora di conquistarsi gli onori della cronaca come capolavoro del Maestro (databile tra il 1505 e il 1515), il Salvator Mundi ha fatto parlar di sé in tutto il mondo per esser stato battuto da Christie’s, nel novembre del 2017 a ben 450,3 milioni di dollari, inclusi i diritti d’asta. Una cifra record per una vendita ‘storica’ che fece del dipinto l’opera d’arte più costosa di sempre acquistata da un privato. Ma proprio da quel momento, per il Gesù Cristo di Da Vinci, non ci fu più tregua: dopo aver attraversato la storia (e abbellito le dimore) delle grandi corone europee, aver fatto perder traccia di sé per anni (sembra nei depositi di qualche museo). E, ancora, dopo esser passato dalle mani di alcune delle più ricche famiglie del jet set mondiale, la controversa tela non è più riuscita a evitare i riflettori del circo mediatico globale.

 

 

La pronuncia resa martedì da una giuria federale americana fa evidentemente pensare che la curiosità e il gossipi torneranno a concentrarsi sulla famosa tela. I giudici sulla carta hanno finalmente chiuso il caso che ha visto il miliardario oligarca russo Dmitri Rybolovlev citare in giudizio la nota casa d’aste inglese per averlo frodato di decine di milioni di dollari sulle vendite d’arte. In particolare, l’oligarca ha accusato Sotheby’s di aver  cospirato con il mercante d’arte svizzero Yves Bouvier per convincerlo a pagare prezzi esorbitanti per quattro opere, tra queste la celeberrima raffigurazione del Cristo nella versione attribuita a Leonardo da Vinci.

Sotheby’s, ha sostenuto a lungo di non aver tramato con il mercante e di non aver saputo dell’esistenza di rapporti tra Bouvier e il magnate e di non poterne ovviamente risponderne. A dare rilevanza alla pronuncia della corte, ieri sera, è stata l’emittente americana Cnn, ricordando peraltro l’origine delle immense fortune dell’oligarca – imprenditore nel settore dei fertilizzanti – che detiene anche le quote di maggioranza dell’AS Monaco Calcio.

 

 

“La sua lunga disputa con Bouvier è stata oggetto di cause legali in diverse giurisdizioni – rammenta Cnn – ed è incentrata sull’affermazione dell’oligarca di essere stato truffato per un miliardo di dollari su 38 opere d’arte vendutegli dal mercante svizzero”. Il “Salvator Mundi”, era stato acquistato da Bouvier per 80 milioni di dollari per poi rivenderlo rapidamente al cliente di allora a 127,5 milioni di dollari. Benché l’imprenditore abbia poi venduto il dipinto all’asta per oltre 450 milioni di dollari, nel 2017, ha continuato a sostenere di esser stato frodato da Bouvier. Nel 2021, ricorda l’emittente americana, il mercante aveva spiegato di aver agito nel 2021, in linea con la sua professionalità, ovvero come “commerciante”, con il diritto di alzare i prezzi, e non come “consulente d’arte”

 

 

Sotheby’s ha reagito alla vittoria con l’understatement che contraddistingue la sua storia: “il verdetto è in linea con il nostro impegno a sostenere i più alti standard di integrità, etica e professionalità”, in mancanza “evidente” di prove che Rybolovlev sia stato imbrogliato.