Papa Francesco: “Le dimissioni sono sempre una possibilità ma non ora”

AGI – Il vergognoso commercio delle armi dietro ogni conflitto, il dramma dei migranti, l’escalation bellica come paura più grande. Papa Francesco per la seconda volta da Fabio Fazio, a Che tempo che fa su Nove parla delle sue preoccupazioni ma anche del suo desiderio di tornare dopo 10 anni in Argentina, annunciando per agosto un viaggio in Polinesia.

E per la prima volta, in circa un’ora di colloquio, risponde in pubblico alle polemiche scaturite dal recente documento del dicastero per la Dottrina della fede, Fiducia supplicans, sulle benedizioni alle coppie irregolari e dello stesso sesso. Benedizioni che difende anche se, ammette, “quando prendi una decisione, c’è un prezzo di solitudine che tu devi pagare“. 

Il Pontefice, che alla domanda sulla sua salute risponde “ancora vivo”, torna anche sulle ipotesi di dimissioni, “possibilità aperta a tutti i Papi” ma che al momento “non è al centro dei miei pensieri, delle miei inquietudini”, ribadisce. (AGI)

“I bambini sono i grandi sfruttati, i grandi scartati. E dimentichiamo che loro sono il futuro, ma noi togliamo il futuro ai bambini. Poi quando arrivano a vent’anni e finiscono in carcere noi diciamo: ‘ah questa generazione sporca guarda le cose che fa…’. Ma siamo stati noi, è… pic.twitter.com/bHNU4Fva3H

— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa)
January 14, 2024

Francesco esprime il suo dolore per le guerre nel mondo “c’è un’apparente autodistruzione, è difficile fare la pace, non so perché“, afferma ricordando di non smettere di aggrapparsi alla speranza, come “un’ancora che mai delude”. “Siamo noi a fabbricare delle delusioni, tante, criminali”, continua raccontando che tutti i giorni telefona alla parrocchia di Gaza.

“Quanti arabi morti e quanti israeliani morti, due popoli chiamati a essere fratelli, che si distruggono l’un l’altro. Questa è la guerra: distruggere!”. Ma come mai non si può fare la pace? “Dietro le guerre, diciamolo, con un po’ di vergogna, c’è il commercio delle armi”, “tante volte le guerre si continuano, si fanno più ampie, per vendere le armi o per provare armi nuove. La gente che muore è il prezzo che si paga”. 

La guerra toglie il futuro e il sorriso dei bambini e questo “è criminale”, aggiunge, ribadendo che proprio i bambini “sono i grandi sfruttati, i grandi scartati”. A giugno, annuncia, si farà un nuovo incontro mondiale dei bambini “per cercare di attirare l’attenzione sul fatto che i bambini sono il futuro”.

Dio però, “non si stanca di perdonare, mai”, il Signore “aspetta, bussa alla porta di tanti cuori perché abbiano questa capacità di riconoscere il male che stanno facendo. Pensa a questi fabbricanti di armi, che sono fabbricanti di morte. Il Signore è vicino a loro, tocca il cuore per portarli a un cambio di vita e il Signore non si stanca di perdonare”, “siamo noi a stancarci di chiedere perdono”, “delle volte il Signore viene presentato come il giudice implacabile. È vero è giudice, ma è vicino, compassionevole e misericordioso”, “a me piace pensare l’inferno vuoto, spero sia realtà!”.  

Non poteva mancare la domanda sulle benedizioni alle coppie gay, decisione che ha suscitato non poche polemiche. “Delle volte le decisioni non sono accettate, ma la maggior parte delle volte, quando non si accettano, è perché non si conosce”. “Il Signore benedice tutti, tutti, tutti“, ma poi le persone “devono entrare in colloquio con la benedizione del Signore e vedere cosa è la strada che il Signore gli propone. Ma noi dobbiamo prendere per mano e aiutarli ad andare in quella strada, non condannarli dall’inizio”, sottolinea ricordando il “lavoro pastorale della Chiesa” e le raccomandazioni ai confessori: “perdonate tutto e trattate la gente con bontà”.

In 54 anni di prete “ho negato soltanto una sola volta il perdono, per la ipocrisia della persona“, ammette sottolineando che la riforma più urgente è quella “dei cuori, per tutti i cristiani”. Altro dolore, il dramma dei migranti: “C’è tanta crudeltà”, “sono trattati tante volte come cose, penso alla tragedia di Cutro, lì davanti, annegati. Ognuno ha il diritto di rimanere a casa o di migrare”.

Poi la paura più grande, “questa escalation bellica”, “uno si domanda come finirà, con le armi atomiche adesso che distruggono tutto, come finiremo, come l’arca di Noè? Questo mi fa paura, la capacità di autodistruzione che oggi ha l’umanità”.

E la cosa che fa sorridere il Papa? “La tenerezza dei bambini” e “poi i nonni, sono i miei coetanei, mi piace parlare con i nonni, hanno saggezza”. Alla fine: “Vi chiedo di pregare per me, perché io vada sempre avanti, perché io non fallisca nel mio dovere. Ma per favore, pregate a favore, non contro, grazie!”.