Pesanti scontri tra esercito israeliano e miliziani. Colloquio di Biden con Netanyahu e con Al Sisi

AGI –  Israele avanza nella Striscia di Gaza ed entra nella “seconda fase”, con oltre 450 obiettivi militari di Hamas colpiti in diverse parti dell’area. L’esercito ha annunciato di aver inviato nuove truppe per “espandere l’attività’ di terra” che dura già da due giorni, compresi i combattimenti all’interno dell’enclave palestinese.

“Durante la notte abbiamo ampliato l’ingresso delle forze dell’esercito nella Striscia di Gaza ed esse si uniranno alle forze che già combattono”, ha riferito il portavoce delle forze armate Daniel Hagari. “I combattimenti di terra nel nord della Striscia di Gaza continuano, stiamo avanzando nelle fasi della guerra secondo il piano, l’attività di terra è complessa e comporta rischi anche per le nostre forze”, ha aggiunto.

Una dichiarazione che segna l’inizio dei combattimenti all’interno dell’enclave palestinese, parallelamente all’intensificarsi degli attacchi aerei israeliani che non cessano dal 7 ottobre, quando il gruppo islamico Hamas ha effettuato un attacco a sorpresa che ha provocato 1.400 morti in Israele.

Palestinians are trying to use international SIM cards or access satellite internet to get messages out after Israel severed all communication networks to the besieged Gaza Strip.

Elon Musk says he will make Starlink available for vetted aid organisations. pic.twitter.com/pFpaHjBju7

— Al Jazeera English (@AJEnglish)
October 28, 2023

Nell’attacco il gruppo islamico ha catturato 230 ostaggi, che rimangono nelle loro mani nella Striscia palestinese. Per ritorsione, Israele ha bombardato da allora continuamente la Striscia, provocando la morte di almeno 8.005 palestinesi, secondo l’ultimo conteggio pubblicato oggi dal Ministero della Sanità di Gaza che parla di almeno 3.342 minori, 2.062 donne e 460 anziani tra le vittime.

“Hamas terrorists operate inside and under civilian buildings, precisely because they know the IDF distinguishes between terrorists and civilians.”—RAdm. Daniel Hagari pic.twitter.com/DWaa4R27No

— Israel Defense Forces (@IDF)
October 29, 2023

Biden chiama Netanyahu

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nel corso della telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha ribadito che “Israele ha tutto il diritto e la responsabilità di difendere i propri cittadini dal terrorismo” ma ha sottolineato il “bisogno di farlo in linea con la legge internazionale umanitaria che metta al primo posto la protezione dei civili“. Lo riporta la Casa Bianca. Biden ha discusso anche degli sforzi in corso per garantire il rilascio degli ostaggi e sottolineato la necessita di aumentare il flusso degli aiuti umanitari diretti alla popolazione di Gaza”

Biden chiama Al Sisi

 Il presidente Joe Biden ha chiesto al presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi di “facilitare l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza”. Lo riporta la Casa Bianca. Nel corso della telefonata, i due leader hanno parlato dell'”importanza di proteggere i civili, rispettare la legge umanitaria internazionale e assicurare che i palestinesi a Gaza non vengano trasferiti in Egitto o in altre nazioni“.

Peggiora la crisi umanitaria

Una crisi umanitaria senza precedenti nella Striscia di Gaza con una situazione che, come ha detto stamane il segretario dell’Onu, Antonio Guterres, “peggiora di ora in ora”. “Ribadisco il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario”, “insieme al rilascio incondizionato degli ostaggi e alla consegna di aiuti di livello corrispondente ai drammatici bisogni della popolazione di Gaza, dove una catastrofe umanitaria si sta svolgendo davanti ai nostri occhi”, ha detto Guterres.

Un allarme rinforzato anche dalla drammatica corsa al cibo e ai beni di prima necessità. Secondo quanto ha riportato l’Unrwa, al dramma umanitario si sta accompagnando in queste ore anche il “crollo dell’ordine civile”. Migliaia di persone sono infatti entrate in diversi magazzini e centri di distribuzione dell’agenzia Onu nella Striscia di Gaza centrale e meridionale. “È un segnale preoccupante – ha detto l’Unrwa in una nota – che l’ordine civile stia iniziando a crollare dopo tre settimane di guerra e un rigido assedio a Gaza”.

Le scuse all’esercito

Con un raro dietrofront, il primo ministro Benjamin Netanyahu si è poi scusato per una precedente dichiarazione in cui sembrava addossare la colpa ai servizi di sicurezza e all’esercito per non essere riusciti a prevenire l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre.

“Mi sbagliavo. Le cose che ho detto dopo la conferenza stampa non avrebbero dovuto essere dette e me ne scuso”, si legge in un post di X. “Do pieno appoggio a tutti i capi dei servizi di sicurezza. Sostengo il capo di stato maggiore, i comandanti e i soldati dell’Idf che sono in prima linea e combattono per noi, insieme vinceremo”.

טעיתי. דברים שאמרתי בעקבות מסיבת העיתונאים לא היו צריכים להיאמר ואני מתנצל על כך. אני נותן גיבוי מלא לכל ראשי זרועות הביטחון. אני מחזק את הרמטכ״ל ואת מפקדי וחיילי צה״ל שנמצאים בחזית ונלחמים על הבית. יחד ננצח.

— Benjamin Netanyahu – בנימין נתניהו (@netanyahu)
October 29, 2023

Raisi: “Superata la linea rossa”

“I crimini del regime sionista hanno superato la linea rossa, il che potrebbe costringere tutti ad agire”. Lo afferma su X il presidente iraniano, Ebrahim Raisi. “Washington ci chiede di non fare nulla, ma continuano a dare ampio sostegno a Israele. Gli Stati Uniti hanno inviato messaggi all’Asse della Resistenza (le forze sostenute dall’Iran in Medio Oriente) ma hanno ricevuto una risposta chiara sul campo di battaglia”. Ha detto il leader iraniano.

Zionist regime’s crimes have crossed the red lines, which may force everyone to take action. Washington asks us to not do anything, but they keep giving widespread support to Israel. The US sent messages to the Axis of Resistance but received a clear response on the battlefield.

— سید ابراهیم رئیسی (@raisi_com)
October 29, 2023

Riprendono comunicazioni, riattivata una conduttura idrica

Dopo il blackout delle comunicazioni che aveva tagliato l’enclave palestinese fuori dal mondo, a Gaza i telefoni e la connessione Internet e le linee telefoniche hanno ricominciato parzialmente da oggi a funzionare.

Un convoglio di dieci camion di aiuti umanitari carichi di cibo, acqua e forniture mediche è entrato oggi al valico egiziano di Rafah diretto verso la Striscia di Gaza, dove i bombardamenti israeliani si sono intensificati nelle ultime ore e hanno causato il collasso delle comunicazioni. I dieci camion erano tra i 40 che facevano parte di due convogli di aiuti di emergenza che questa mattina sono stati ispezionati dalle autorità  israeliane prima di entrare nell’enclave palestinese.

Questo nuovo contingente, il settimo da quando Israele ha permesso l’ingresso degli aiuti una settimana fa, non comprende carburante, un elemento su cui lo Stato ebraico ha posto il veto e che è estremamente necessario affinchè ospedali, panetterie e impianti di depurazione dell’acqua continuino a funzionare.

Con questo nuovo lotto, 94 camion sono entrati nella Striscia di Gaza: 20 sabato e domenica, 14 lunedì, otto martedì, 12 giovedì e altri dieci venerdì, mentre altri 30 camion rimangono al posto di blocco delle autorità israeliane.

Il flusso frammentario di aiuti umanitari a Gaza ha generato un’ondata di condanne da parte delle ONG e delle stesse Nazioni Unite, che hanno avvertito che l’assistenza che entra nell’enclave martoriata è solo “una goccia nell’oceano dei bisogni” della popolazione.

L’ONU ha anche ricordato che prima dell’inizio della guerra tra Israele e il gruppo islamista Hamas, circa 500 camion di aiuti umanitari entravano a Gaza ogni giorno, mentre nell’ultima settimana ne sono entrati in media 12 al giorno. 

Altra novità è anche il ripristino della seconda delle tre condutture idriche che forniscono l’acqua alla Striscia, che consentirà ora il flusso di un totale di circa 28,5 milioni di litri al giorno, poco più della metà dei circa 49 milioni di litri al giorno forniti da Israele prima della guerra.

Intanto il Pam ha fatto sapere che altri 40 camion di aiuti umanitari potrebbero entrare a Gaza entro la giornata di oggi, ma non saranno ancora sufficienti per una situazione di emergenza che ne richiederebbe almeno il doppio.