Quanta musica ascoltiamo in una settimana

AGI – L’ascolto di musica nel mondo aumenta ancora per un altro anno e raggiunge i massimi storici con 20,7 ore in media a settimana nel 2023, secondo la Federazione Internazionale dell’Industria Fonografica (IFPI). Il più grande rappresentante dell’industria discografica mondiale ha pubblicato lo studio “Linking with music 2023”, per il quale ha raccolto le risposte di oltre 43.000 persone provenienti da 26 paesi diversi.

Nello specifico, il tempo dedicato all’ascolto della musica aumenta di 0,6 ore a settimana rispetto alle 20,1 ore del 2022, il che equivale a “tredici brani da tre minuti in più alla settimana” rispetto all’anno precedente. Secondo lo studio, inoltre, l’industria musicale continua a crescere non solo in termini di tempo di fruizione, ma anche in termini di generi e modalità di accesso alla musica. Nel 2023 ci saranno più modi di ascoltare musica che mai, circa sette in media a persona, tra cui servizi audio e video on-demand, come Spotify o YouTube, musica dal vivo, vinile o radio. Più di due intervistati su tre (il 73%) utilizzano servizi musicali on-demand e quasi la metà (il 48%) paga per queste piattaforme per ascoltare gli oltre 700 generi menzionati nelle risposte.

Anche se il pop continua a essere il più diffuso, si ascoltano in media circa 8 generi musicali, tra i quali aumenta il peso della musica locale, come il sertanejo in Brasile, la canzone francese in Francia o il pop italiano in Italia. In un anno in cui alcuni artisti hanno visto la propria voce utilizzata per generare canzoni attraverso l’intelligenza artificiale, la maggior parte dei fan consapevoli delle capacità dell’intelligenza artificiale sono contrarie al suo utilizzo se gli artisti non lo autorizzano.

In questo contesto, sottolineano l’importanza del rispetto della creatività umana nella musica, che il 71% degli intervistati considera positiva per la propria salute mentale, un effetto particolarmente condiviso tra la generazione dei “millennial”. Il direttore generale dell’IFPI, Frances Moore, ha assicurato che “l’uso di musica senza licenza (il 29% degli intervistati lo fa ancora) continua a essere un problema rilevante per la comunità, soprattutto con una continua evoluzione della tecnologia”. Per questo ha deciso di continuare a fare tutto il possibile “per sostenere e tutelare il valore della musica”, considerandola “fondamentale” per la vita delle persone.