Roma contro i ‘petroldollari’ di Ryad spera nel ballottaggio per l’Expo 2030

AGI – Roma ci spera ancora e vola a Parigi dove martedì si riunirà il Bureau internationales des Exposition (Bie) per votare il progetto che deciderà la sede dell’Expo 2030. Ci saranno il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ma sarà assente la premier Giorgia Meloni che nei mesi scorsi ha sostenuto convintamente la candidatura italiana. 

La sfida è difficile, ma non del tutto persa. L’Italia convinta della bontà del proprio progetto che interesserà l’incompiuta di Calatrava a Tor Vergata, ma sa che il vero avversario è Ryad e la sua capacità economica. Ma per vincere al primo turno serviranno i due terzi dei voti e su questo punta tutto l’Italia che finora gode del sostegno di molti paesi Ue, tranne che della Francia, e del presidente Lula.

Ad aprile, quando una delegazione del Bie visitò il sito romano scelto per l’esposizione, il segretario generale del Bie, Dimitri Kerkentzes commentò con i giornalisti: “Roma è troppo bella, sarà difficile per le altre città competere con Roma. Siamo felici perché abbiamo una candidatura che sarà un punto di riferimento per il futuro”.

Ora l’appuntamento più difficile, e l’ottimismo dei mesi scorsi sembra vacillare di fronte all’insidioso avversario arabo. Tuttavia dal Comitato,  guidato dall’ambasciatore Giampiero Massolo, si continua a sostenere la bontà di un progetto che ha tra le sue parole chiave ‘sostenibilità’, ‘diritti’ e ‘inclusione’. Una cifra distintiva netta nei confronti di chi in passato è stato spesso accusato di aver organizzato grandi eventi internazionali a scapito dei diritti.