Roma intitolerà una strada a Giuseppe Valarioti

AGI –  Oggi l’Assemblea Capitolina ha approvato la mozione per intitolare una strada o altro luogo pubblico a Giuseppe Valarioti, giovane intellettuale e dirigente del Partito Comunista ucciso dalla ‘ndrangheta l’11 giugno del 1980 a Nicotera, comune dell’attuale provincia di Vibo Valentia. 

“Con questo atto vogliamo ricordare che Roma non dimentica le vittime della criminalità organizzata” affermano i consiglieri PD primi firmatari della mozione, Giammarco Palmieri e Nella Converti. “A Giuseppe Valarioti dobbiamo tanto perché ha pagato con la propria vita la lotta alla criminalità organizzata e l’impegno politico in difesa dei diritti negati, del riscatto sociale e della tutela del lavoro onesto”. 

Valarioti fu ucciso perché era riuscito, con la sua azione politica e la strenua denuncia delle infiltrazioni mafiose, ad arginare il tentativo della criminalità organizzata di impadronirsi delle istituzioni locali: la ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro diventava in quegli anni sempre più forte grazie a collusioni ben consolidate che le avevano garantito l’inserimento nei grandi affari locali. 

“Quello approvato oggi non è solo un atto simbolico, ma la testimonianza dell’impegno dell’amministrazione tutta nella lotta contro la criminalità organizzata. Presto proporremo e discuteremo una delibera che consegnerà alla nostra città, per la prima volta, una Strategia unitaria di prevenzione e contrasto alle mafie e ai fenomeni criminali attraverso un sistema di azioni integrate e obiettivi ben definiti. Porteremo avanti l’impegno nell’antimafia sociale che questa città ha già dimostrato negli anni e valorizzeremo il ruolo delle reti di cittadini e cittadine e delle associazioni nate nei territori a rischio”. 

“Come amministratori e amministratrici di Roma Capitale abbiamo il compito di mantenere viva la memoria di Giuseppe Valarioti e di mettere in campo azioni concrete contro le infiltrazioni mafiose e i nuovi modelli criminali che oggi interessano la nostra città e soprattutto chi, in condizione di difficoltà, è maggiormente ricattabile. Le mafie sono la negazione dei diritti ed è per questo, che oltre a nuovi strumenti di prevenzione e contrasto, punteremo su politiche sociali attive che proteggano le persone più fragili e favoriscano lo sviluppo culturale, sociale ed economico della nostra comunità” concludono i consiglieri.