Tris più morbido per mescole gomme slick al Gp Monaco

MILANO (ITALPRESS) – Il Gran Premio di Monaco è uno degli appuntamenti storici nel calendario della Formula 1 e, quest’anno, raggiunge un traguardo importante. Quella che andrà in scena questo fine settimana sarà infatti la 70esima edizione valida per il Mondiale piloti e, come tradizione, la scelta della Pirelli per quanto riguarda le mescole delle gomme slick è caduta sul tris più morbido a disposizione quest’anno, vale a dire quello composto dalla C3 come Hard, dalla C4 come Medium e dalla C5 come Soft. Come quasi sempre accade sui tracciati cittadini, che hanno un asfalto particolarmente liscio visto che viene normalmente utilizzato quotidianamente dalle vetture stradali, i pneumatici devono poter offrire la massima aderenza possibile. La gara di Monaco è quella dove le forze cui sono sottoposti i pneumatici sono fra le più basse di tutta la stagione perchè la velocità media con cui vengono completati i 3,337 metri di lunghezza del tracciato è molto ridotta, con curve che vengono affrontate anche a meno di 50 km/h e soltanto per circa il 30% del giro viene percorso in pieno. Peraltro, il fatto che siano ben 78 i giri previsti la domenica determina una frequenza decisamente superiore alla media di ogni fenomeno che caratterizza il comportamento dei pneumatici, in particolare per quanto riguarda la densità dell’energia sviluppata in fase di trazione. Un altro fattore da tenere in considerazione nell’analisi delle gomme è il graining che, soprattutto i primi giorni, potrebbe essere un ospite non particolarmente desiderato. Su una pista in cui il margine d’errore è praticamente ridotto a zero, un elemento che caratterizza l’evoluzione dei tempi sul giro è la fiducia con cui i piloti affrontano le 19 curve e tutti i trabocchetti che vi sono disseminati. L’obiettivo di ogni pilota è di limare progressivamente la ricerca della traiettoria migliore, avvicinandosi sempre di più ai guardrail, spesso sfiorandoli con la spalla dei pneumatici: riuscirci senza rompere nulla è la chiave per conquistare una buona posizione in griglia, fondamentale per il risultato finale visto che i sorpassi sono pressochè impossibili, anche in presenza di una differenza di prestazione fra vetture nell’ordine dei secondi. Su una pista del genere è praticamente inevitabile l’intervento della safety-car (77% di probabilità, in media quasi due volte per gara) ma l’edizione scorsa è, curiosamente, filata via liscia, senz’alcuna neutralizzazione. Dal punto di vista strategico, sulla carta c’è una sola opzione: la sosta singola, cercando di ritardarla il più possibile proprio per poter eventualmente approfittare di una safety-car per minimizzare il tempo perso in pit-lane.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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