Un anno di sport, dal Napoli campione al trionfo della Coppa Davis

AGI – Lo scudetto del Napoli 33 anni dopo l’ultima impresa di Maradona e compagni o la Coppa Davis all’Italia 47 anni dopo la prima e unica insalatiera vinta da Panatta e soci? Oppure il sì della Corte di giustizia europea alla Superlega di calcio, una sentenza che potrebbe cambiare per sempre lo scenario delle competizioni mondiali dello sport più amato dagli italiani (e non solo)?

Difficile scegliere l’evento sportivo simbolo di questo 2023. Anche lo sci e l’atletica hanno proposto imprese memorabili, come pure la MotoGp. Abbiamo scelto alcuni capitoli di questo Almanacco dello sport di questi ultimi 12 mesi che passeranno senz’altro alla storia. 

Il Napoli vince il suo terzo scudetto

Il 2023 ha regalato al Napoli il terzo scudetto della sua storia, dopo quelli del 1987 e del 1990. Trentatré anni dopo l’ultimo titolo targato Diego Armando Maradona, è la squadra allenata da Luciano Spalletti a fare la storia con una cavalcata trionfale che riporta il tricolore all’ombra del Vesuvio con cinque giornate di anticipo. Il bilancio è di 28 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte ma soprattutto quello degli azzurri è il gioco più spettacolare della serie A.

Protagonisti assoluti sono l’attaccante nigeriano Victor Osimhen, capocannoniere con la maschera autore di 26 reti, e l’esterno georgiano Khvicha Kvaratskhelia, ‘Kvaravaggio’ come lo hanno ribattezzato i tifosi. L’epilogo, però, pè amaro, con il divorzio del presidente Aurelio De Laurentiis da Spalletti e dal ds Cristiano Giuntoli.

Lo ‘strappo’ arabo di Mancini e Spalletti nuovo ct azzurro 

Tra la Figc e il ct Roberto Mancini la storia d’amore doveva finire con la mancata qualificazione ai Mondiali del Qatar 2022. E invece è andata avanti anche nel 2023 quando l’ex allenatore di Inter e Manchester City ha guidato la nazionale nelle partite di qualificazione a Euro 2024. Sembrava una storia desinata a proseguire almeno fino a naturale conclusione nel 2026 (a scadenza di contratto), ma c’era un aspetto poco noto e pubblicizzato a cambiare le carte in tavola: una clausola per cui in caso di mancata qualificazione agli Europei la Figc avrebbe potuto licenziare Mancini. E così, a metà agosto, a due settimane dalle delicate e decisive partite di qualificazione con Macedonia del Nord e Ucraina, il ct ha spiazzato tutti e si è dimesso.

Probabilmente determinanti sono state le ‘sirene’ provenienti dall’Arabia Saudita che dopo aver tentato José Mourinho, avevano suonato a casa Mancini: un contratto di 60 milioni per tre stagioni per guadagnare la qualificazione ai mondiali 2026 e preparare il campo alla corsa del Paese arabo per l’organizzazione del mondiale 2030.

La sintesi della conferenza stampa di presentazione del Ct Luciano #Spalletti#Nazionale #Azzurri #VivoAzzurro pic.twitter.com/jRadqbXRvO

— Nazionale Italiana ⭐️⭐️⭐️⭐️ (@Azzurri)
September 2, 2023

Dopo la sorpresa e l’irritazione la Figc ha deciso allora di puntare come successore di Mancini sul miglior tecnico italiano della passata stagione, Luciano Spalletti, campione d’Italia con Napoli e ‘liberato’ da De Laurentiis (con cui aveva un contratto di un altro anno) a patto che non allenasse alcuna squadra.

Da qui il motivo dell’ira del patron partenopeo e la minaccia di una causa al suo ex allenatore al quale chiedeva di corrispondergli la clausola rescissoria da 3,2 milioni di euro in quanto ex dipendente. In attesa di capire cosa accadrà in tribunale, intanto Spalletti ha raccolto l’eredità di Mancini conquistando con l’Italia la qualificazione a Euro 2024, nella speranza di bissare il successo del 2021 (Euro 2020).

Sinner “sportivo dell’anno”, numero 4 al mondo

Se bisogna scegliere lo sportivo italiano dell’anno ci sono pochi dubbi: è Jannik Sinner. Il 22enne tennista altoatesino nel 2023 è diventato il primo italiano in finale alle Atp Finals (ex Masters) e ha trascinato l’Italia in Coppa Davis riportando a casa l’Insalatiera dopo 47 anni. Quest’anno l’azzurro è stata capace di vincere il suo primo Atp 1000, il National Bank Open a Toronto (secondo italiano dopo Fabio Fognini da quando è nato il circuito Masters 1000) e raggiungere il best ranking Atp al n.4 del mondo eguagliando Adriano Panatta.

Ma Sinner nel 2023 è stato anche capace di conquistare 61 successi (record per un azzurro) e di battere i tennisti più forti del mondo: Djokovic, Rune, Tsitsipas, Alcaraz e Medvedev. Gli ultimi due sconfitti al torneo Atp 500 vinto a Pechino, trionfo che lo ha portato per la prima volta al numero 4 del ranking mondiale. Posizione confermata dopo alcune settimane superando ancora il russo nell’ultimo atto a Vienna (Atp 500).  Il 2023 di Sinner si è chiuso in crescendo e la sua popolarità è diventata quasi fanatismo.

Just 24 hours after avenging his ATP Tour Finals defeat to Novak Djokovic, Jannik Sinner has led Italy to Davis Cup glory.

The Azzurri beat Australia 2-0 in Malaga to claim their first title for 47 years.#DavisCupFinals | @federtennis | @DavisCup | @janniksin pic.twitter.com/v56AbqoHOn

— The Olympic Games (@Olympics)
November 26, 2023

Nelle Atp Finals di Torino si è tolto la soddisfazione di battere per la prima volta il n.1 del mondo Novak Djokovic nella fase a gironi e di arrivare in finale (nessun italiano c’era riuscito). La sconfitta contro lo stesso serbo – il format del torneo prevede la possibilità di qualificarsi malgrado si venga sconfitti una volta – nell’ultima partita è stata netta e dolorosa, ma il destino aveva riservato una rivincita ‘sanguinosa’ per Sinner. 

Dopo 10 giorni, infatti, nel nuovo scontro in Coppa Davis è stato Djokovic a doversi arrendere nella partita decisiva di singolare dopo aessersi visto annullare tre match point consecutivi. Grazie al fenomeno di San Candido l’Italtennis ha conquistato di nuovo l’insalatiera dopo 47 anni. Una nota significativa: dopo la sconfitta il serbo ha detto: “Puoi vincere Slam e diventare n. 1 al mondo”.

La Coppa Davis torna in Italia dopo 47 anni

Quarantasette anni dopo la vittoria in Cile della ‘squadra’ di Nicola Pietrangeli – Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Tonino Zugarelli e Paolo Bertolucci – la Coppa Davis torna in Italia. Un’impresa leggendaria della squadra capitanata da Filippo Volandri, formata da Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi, Lorenzo Sonego e Simone Bolelli (i primi tre nati dopo il 2000). A guidare l’Italtennis allo storico successo è proprio il tennista altoatesino, autentico protagonista della fase finale del torneo a squadre.

Sinner è l’uomo in più dell’Italia: vincente nei tre singolari che disputa (con Griekspoor, Djokovic e De Minaur) e nelle due partite di doppio in coppia con Lorenzo Sonego (contro l’Olanda e la Serbia, mentre quella con l’Australia non si disputa). Memorabile resterà la vittoria in semifinale contro la Serbia: a dieci giorni dalla cocente sconfitta in finale al ‘torneo dei maestri’ di Torino, le Atp Finals, Sinner si prende un’incredibile rivincita su Djokovic.

Il campione di Belgrado viene sconfitto nella partita di singolare dopo che aveva avuto tre match point consecutivi per chiudere il match (e la sfida con l’Italia, visto che la Serbia conduceva 1-0 e col secondo punto avrebbe conquistato la finale). Sull’1-1 Sinner si ripete immediatamente battendo di nuovo il n.1 del mondo, stavolta in doppio: la coppia formata dal campione di San Candido e Lorenzo Sonego regola Djokjovic-Kecmanovic 6-3 6-4 e porta l’Italia in finale con l’Australia.

Qui è tutto facile: Matteo Arnaldi supera in tre set Popyrin mentre Sinner travolge 6-3 6-0 De Minaur conquistando con l’Italia la Coppa Davis 2023. Un successo maturato nei gironi finali di Malaga e in gran parte merito di Sinner che, rivelatosi l’uomo della provvidenza, mette a tacere per sempre le voci alimentate da alcuni giornali sportivi sul suo scarso attaccamento alla maglia azzurra. Una vulgata nata nelle fasi preliminari di Coppa Davis quando, insieme a Matteo Berrettini infortunato, diede forfait nella fase a gironi di Bologna per recuperare dopo le fatiche degli Us Open e preparare al meglio la stagione. 

L’Italia rischiò l’eliminazione e se la cavò grazie all’eroe meno atteso, Matteo Arnaldi, chiamato a sostituire come singolarista Lorenzo Musetti in forma precaria (ma sempre valido in doppio in coppia con Sonego). Fondamentali le sue vittorie in singolare con Cile e Svezia. Per il 22enne di Sanremo la soddisfazione di conquistare anche il punto decisivo in finale con l’Australia.

Pecco Bagnaia mondiale bis in MotoGp, Ducati senza rivali

Un Mondiale prima dominato, poi quasi perso e alla fine portato a casa all’ultima gara, vincendo davanti a tutti. Il 2023 della MotoGP si chiude con il secondo titolo della carriera in classe regina di Francesco “Pecco” Bagnaia, capace di vivere una stagione da protagonista assoluto nel bene e nel male.

Un anno che, già prima dell’inizio del mondiale, era diventato storico grazie alla novità regolamentare voluta dalla Dorna che prevede che, ad ogni Gran Premio, le gare per la classe regina diventino due: la prima, chiamata “gara sprint”, si svolge al sabato su una lunghezza più o meno dimezzata rispetto alla gara classica che, invece, rimane nel classico format della domenica. Una novità voluta per rendere più spettacolare il weekend e che porta i suoi frutti già dalla prima apparizione con Bagnaia a vincere entrambe le gare in Portogallo, all’apertura della stagione.  Una marcia, quella del pilota Ducati, che sembra inarrestabile; l’unico a tenergli testa è Jorge Martin, anche lui pilota Ducati ma del team Pramac, che nonostante qualche podio e una doppia vittoria in Germania, non sembra potersela giocare.

Fino al GP di Catalogna, vera sliding door della stagione: Bagnaia parte in pole position, rimane nelle posizioni di testa ma dopo pochissime curve la sua Ducati si imbizzarrisce sbalzandolo dalla moto e facendolo cadere in mezzo alla pista proprio dove sopraggiunge la KTM di Binder; l’impatto è inevitabile, per la dinamica dell’incidente si teme il peggio per il pilota italiano che però riporta solo una contusione. Bagnaia non salta nessun Gran Premio, ma ovviamente il rendimento non può essere quello dei giorni migliori.

Ne approfitta Martin che, con 10 successi tra “sprint” e gare, riesce addirittura a superare momentaneamente l’italiano in classifica nel Gp d’Indonesia – con Bagnaia che si riprende la testa del mondiale la gara successiva – e portando lo scontro con l’italiano fino a Valencia, ultima gara della stagione, regalando un finale ad altissima tensione. 

La lotta si risolve pochi giri dopo la partenza sul circuito valenciano quando, costretto ad attaccare per sperare nella vittoria, Martin cade consegnando di fatto il titolo a Bagnaia che comunque chiude in testa la gara portando a casa il secondo titolo della sua carriera. Un duello all’ultima staccata che mette ancora più in evidenza il dominio Ducati: basta guardare la classifica finale del mondiale per capire, con 4 piloti tra i primi 5 nell’orbita della casa di Borgo Panigale, l’unica vera squadra in grado di giocarsi il titolo. 

Verstappen e la Red Bull senza più rivali

Il mondiale di Formula 1 del 2023 è anfdato in arcichio come uno dei più squilibrati di sempre per il dominio di Max Verstappen che con la sua Red Bull RB19 ha collezionato record difficilmente ripetibili. Il pilota olandese ha ottenuto il maggior numero di vittorie (19 su 22 gare); la percentuale più alta di vittorie nella storia della F1 (l’86%); il maggior numero di podi (21); il maggior numero di giri in testa (più di mille); il maggior divario di punti tra il primo e il secondo in classifica (575 contro 285).

Fin dalla prima gara, il 5 marzo in Bahrein, è apparso chiaro che il titolo sarebbe andato a Verstappen e alla Red Bull, capace poi di vincere 21 gare su 22 gare (due con Sergio Pérez, solo la Ferrari di Carlos Sainz è riuscita a imposri una volta, Singapore). Resta da vedere se qualcuno risucirà a interrompere il dominio della casa austriaca.  

La Superlega di calcio si farà

Niente più monopoli nella organizzazione delle competizioni calcistiche internazionali. E’ una sentenza storica quella pronunciata il 21 dicembre dalla Corte di giustizia europea, secondo cui Fifa e Uefa hanno abusato della loro posizione dominante minacciando sanzioni a giocatori e club che avessero deciso di aderire al progetto della Super League lanciato nell’aprile del 2021 da 12 delle società più ricche e blasonate e subito naufragato anche per le proteste dei tifosi.

Le norme sull’autorizzazione preventiva delle competizioni calcistiche violano il diritto dell’Unione“, ha deciso la Corte, chiamata a pronunciarsi su questioni di diritto comunitario da un tribunale di Madrid. Imprevedibili, ma potenzialmente rivoluzionarie, le conseguenze: per ora la maggior parte dei club sarebbe orientata per il no (Real Madrid e Barcelona a parte) ma A22, la società che rappresenta la Superlega, ha subito lanciato un nuovo progetto, di fatto un campionato da 64 squadre divise in tre leghe, con promozioni e retrocessioni e streaming gratuito di tutte le partite. Con 15 miliardi già stanziati per le prime tre edizioni. 

L’anno memorabile dell’atletica

Il 2023 per l’atletica leggera italiana è stato un anno memorabile. La vittoria del Campionato europeo a squadre (ex Coppa Europa) è stata l’emblema della ‘profondità’ e solidità di un movimento in continua crescita tanto da essere ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La nazionale che ha trionfato a fine giugno a Chorzow (Polonia) è stata ribattezzata la “squadra dei sogni”. Ai Mondiali di Budapest dove tutti aspettavano Marcell Jacobs, uscito in semifinale ma poi straordinario assieme a Patta, Rigali, Tortu nella 4×100 d’argento alle spalle degli Usa, immenso è stato Gianmarco Tamberi, oro nel salto in alto.

Gianmarco Tamberi campione del mondo! #Budapest2023

Foto Francesca Grana/FIDAL pic.twitter.com/MgWp0oP1db

— Atletica Italiana (@atleticaitalia)
August 22, 2023

Straordinaria sorpresa quella di Leonardo Fabbri, argento nel peso, come quella di Antonella Palmisano nella 20 km di marcia dopo aver rischiato di dover addirittura abbandonare la disciplina per motivi fisici. Il 2023 è stato caratterizzato da diversi primati italiani, dalle 2 ore 07’16 in maratona di Iliass Aouani al 4,73 metri di Roberta Bruni nel salto con l’asta passando dal 17,75 metri di Andy Díaz nel triplo, dal 14’41”30 nei 5000 metri di Nadia Battocletti, dal 64,57 nel disco di Daisy Osakye e dal 53”89 nei 400 ostacoli di Ayomide Folorunso.

Le imprese delle azzurre dello sci

Per gli sport invernali l’anno solare 2023 ha messo ancora una volta in primo piano le azzurre dello sci alpino. È cronaca recentissima le vittorie in Coppa del mondo di Federica Brignone (ben 3) e Sofia Goggia (1), le due compagne di squadra ma anche grandi rivali che vanno al cancelletto sempre con l’obiettivo di battere record dopo record.

La stagione passata, ma comunque sempre nel 2023, aveva visto Marta Bassino laurearsi campionessa del mondo di supergigante. Le nevi iridate di Meribel avevano sorriso anche a Brignone, argento in gigante alle spalle dell’americana Mikaela Shiffrin ma soprattutto oro in combinata. Nello slalom bronzo per Alex Vinatzer.

Nella stagione scorsa solo sei i podi per gli uomini (nessuna vittoria) ma in quella che sta entrando nel vivo c’è giù stato il sigillo di Dominik Paris nella discesa libera della Val Gardena. Il 6 febbraio 2023 resterà una data storica per lo sci nordico italiano: dopo 17 anni l’Italia è tornata a vincere nella staffetta maschile per merito di Dietmar Noeckler, Francesco De Fabiani, Simone Daprà e Federico Pellegrino. Nello slittino su pista artificiale, Dominik Fischnaller ha riportato in Italia la Coppa del mondo che mancava dall’era del ‘mito’ Armin Zoeggeler, ovvero dal 2011.