Un vicino segnalò la lite tra Filippo e Giulia ma il 112 non intervenne

AGI – La Procura di Venezia sta svolgendo accertamenti sui soccorsi dopo che un uomo chiamò il 112 per denunciare una lite in corso in via Aldo Moro, a Vigonovo, tra due persone che poi si rivelarono essere Filippo Turetta e Giulia Cecchettin. In particolare, è da chiarire se una pattuglia dei carabinieri si mosse per intervenire, come dovrebbe avvenire in questi casi.

Filippo in Italia sabato

Filippo Turetta tornerà in Italia sabato con un volo non di linea che partirà da Francoforte intorno alle 10. Il 22enne sarà difeso dagli avvocati Giovanni Caruso che è anche professore ordinario all’università di Padova e dall’avvocato Emanuele Compagno. 

Le parole di Turetta alla polizia

Quando, dopo una fuga di sette giorni e mille chilometri, sabato 22 novembre alle 22.30 Filippo Turetta, è sceso dalla sua Punto nella corsia di emergenza dell’autostrada Berlino-Monaco ha alzato le mani e ha detto in inglese: “Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi sette giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita”.

Non è una confessione che ‘vale’ per le indagini italiane quella resa ai poliziotti tedeschi ma sono le prime parole, in attesa di possibili dichiarazioni ai magistrati, del ragazzo accusato di avere ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin abbandonandone il corpo vicino al lago di Bracis dopo averla aggredita in due fasi, a Vigonovo e a Fossò. Il dettaglio che colpisce è che Turetta l’ha definita “fidanzata” e non “ex” anche se la loro storia era finita per decisione della studentessa ormai vicina alla laurea in ingegneria biomedica che non è riuscita a discutere.

Filippo Turetta aveva ferite alle mani e alle caviglie, la cui natura sarà da chiarire, e vistose macchia di sangue sugli abiti. Con sé un coltello, il cellulare, duecento euro in contanti, un guanto solo, una carta bancomat prepagata. I giudici tedeschi di Naumburg hanno dato il via libera alla sua consegna in Italia che avverrà nei prossimi giorni ritenendo che non ci fossero ostacoli all’invio in Italia e visto anche il consenso del giovane, detenuto nel carcere di Halle sulla base di un mandato di arresto europeo. Non c’è ancora certezza sulla data, potrebbe essere già venerdì ma è solo un’ipotesi. A quel punto il ventiduenne sarà portato con un volo di linea nel carcere di Venezia e interrogato dalla gip Benedetta Vitolo che ha firmato l’arresto per sequestro di persona e omicidio aggravato.

Interrogatorio di garanzia, quindi con la possibilità di scegliere se avvalersi della facoltà di non rispondere oppure parlare, in base anche alla strategia ritenuta più opportuna dal suo legale, Emanuele Compagno. Il legale ha affermato che sarà valutata la possibilità di chiedere una perizia psichiatrica.