Unrwa nella bufera, anche l’Italia sospende i fondi

AGI – È bufera sull’Unrwa dopo le accuse di coinvolgimento di alcuni membri dello staff nell’attacco del 7 ottobre di Hamas. Di fronte alle prove fornite da Israele, l’agenzia dell’Onu per i palestinesi ha reagito aprendo un’inchiesta interna e licenziando “diversi” operatori “per proteggere la capacità dell’agenzia di fornire assistenza umanitaria”, come ha spiegato il segretario generale Philippe Lazzarini, assicurando che “qualsiasi dipendente dell’Unrwa coinvolto in atti di terrorismo sarà chiamato a rispondere, anche attraverso procedimenti penali”.

 

 

Ma l’iniziativa non è bastata a fermare le polemiche e tra i donatori internazionali diversi ‘pesi massimi’ hanno annunciato il blocco dei fondi, a cominciare da Usa, Australia e Canada. Una misura “temporanea” mentre si “esaminano le accuse e i passi che le Nazioni Unite stanno adottando per affrontarle”, ha sottolineato il dipartimento di Stato americano, dicendosi “estremamente turbato”. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha parlato con il segretario generale, Antonio Guterres, “per sottolineare la necessità di un’indagine approfondita e rapida su questa questione”. Un’inchiesta “urgente, completa e indipendente” che il Palazzo di Vetro ha già lanciato, come ha riferito il portavoce di Guterres, Stephane Dujarric.

 

 

“L’Unrwa svolge un ruolo fondamentale nel fornire assistenza ai palestinesi, compresi cibo, medicine, alloggi e altro sostegno umanitario vitale. Il loro lavoro ha salvato vite umane ed è importante che l’agenzia affronti queste accuse e adotti tutte le misure correttive appropriate, inclusa la revisione delle politiche e delle procedure esistenti”, ha affermato Washington.

 

Anche l’Italia ha annunciato la sospensione dei finanziamenti, ribadendo di essere “impegnata nell’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, tutelando la sicurezza di Israele”. Secondo i dati forniti dalla stessa agenzia, nel 2022 Roma ha donato poco più di 18 milioni di euro (14esimo posto tra i primi 20 donatori). Al primo posto, gli Usa con quasi 344 milioni di dollari, seguiti da Germania e Ue; il Canada ha dato fondi per quasi 24 milioni e l’Australia quasi 14.

 

Non solo. Lo Stato ebraico, per bocca del suo ministro degli Esteri Israel Katz, ha fatto sapere che cercherà di impedire all’agenzia Onu di operare a Gaza dopo la guerra. Da parte sua, Hamas ha condannato le “minacce” israeliane, esortando l’Onu e le altre organizzazioni internazionali a non “cedere ai ricatti”.