L’INTER RITROVA UN NAPOLI VOGLIOSO DI SCUDETTO

Milan-Juventus partita di cartello: è stato detto e scritto durante tutta la settimana cominciata con una partita da dimenticare, Inghilterra-Italia, rivelatrice dell’attuale pochezza dei pedatori italiani. E infatti il match clou o big match ha presentato le formazioni base delle due contendenti con otto giocatori stranieri a testa. Degli italianuzzi schierati solo un paio per Spalletti, che “non vede” Calabria mentre coltiva Florenzi e Locatelli. Buona notizia non solo per Allegri ma anche per il Ct: l’ex milanista/sassolese ha segnato il gol juventino nella partitissima, tale nell’attesa, deludente nella pratica. Solo emozioni nel finale.
Mi son visto con particolare interesse – premiato da un certo divertimento – il Napoli a Verona e l’Inter a Torino perchè nella pur prematura…profezia scudetto vedo favorite proprio le squadre di Garcia e Inzaghi. Le loro formazioni base, pur dotate di uomini/chiave stranieri come Osimhen e Kvaratskhelia, Lautaro e Thuram – giusto per sottolinearne i bomber – fanno respirare anche azzurrabili come Meret, Di Lorenzo, Politano, Raspadori, Zanoli, Zerbin e Gaetano da una parte e Dimarco, Barella, Darmian, Acerbi e Frattesi dall’altra. Sarò un illuso patriota ma diosolosa il danno che l’invasione di pedatori esotici – spesso anche bufale, alias fregature – hanno procurato al nostro calcio, un tempo felice di ospitare solo campionissimi: dico da Altafini a Zico per accoglierli tutti nell’alfabeto della passione.
Dicevo di Inter e Napoli, di Inzaghi e Garcia, anche per sottolineare- specialmente nel caso del francese – come il commento giornalistico tecnico sia divenuto nel tempo da pagina o…predica di competenza a esibizione isterica. Fino a pochi mesi fa Simone Inzaghi era considerato “non da Inter” da critici che ai panchinari chiedono spesso più spettacolo che concretezza, fermi come sono all’epopea del murignismo brevemente rinnovata anche dall’eccitante e eccitato Conte. Inzaghi non gli assomiglia ma è forte di idee costruttive e per dedizione al lavoro.
Il caso di Garcia è poi a dir poco scandaloso: la critica più diffusa – molto emozionabile ma non sempre competente – non l’ha accettato fin dal primo giorno e gli ha riservato cure tali da scoraggiare anche il più ottimista degli uomini. Mi piace ricordare – sennò che ci sto a fare da sessant’anni e passa a commentare il calcio? – che fin dall’arrivo di Garcia ho “tutelato” non l’uomo ma la libera scelta di De Laurentiis perchè un esonero affrettato è di solito il primo passo verso la crisi irreversibile. Ho dovuto insistere, poi DeLa ha finito di far cinema e si è trasformato nel serio gestore della sua ricchezza calcistica. Gli avevo ricordato che le contestazioni di Osimhen, Kvaratskhelia e Politano erano state nocive e andavano punite per affermare la fiducia al tecnico: ha parlato e ha minacciato i paroliberi ripetenti o nuovi di sanzioni doppie. Il risultato s’è visto a Verona, dove di solito si trovano avversari ostici e il Napoli ne sa qualcosa. Gli azzurri non saranno ancora da scudetto ma se la società tien botta sui princìpi e i tifosi/critici e i critici/tifosi daranno fiducia al tecnico si ritroverà la squadra del tricolore.