Natale alle porte. New York sperimenta ‘soluzioni’ anti-tendopoli

AGI – L’arrivo dell’inverno ripropone nelle grandi metropoli globali un’annosa questione: quali interventi attuare per ‘nascondere’ il degrado e dissuadere il Far West di tendopoli che spuntano regolarmente nei centri urbani. Un problema avvertito un po’ ovunque ma soprattutto nella Grande Mela dove il freddo, nella stagione delle feste, raggiunge temperature proibitive e i senzatetto, nelle vie glamour dello shopping e del turismo, non sono sicuramente graditi.

Il concetto di ‘architettura difensiva’ od ostile, come più spesso viene definita in Italia, non è nuovo. Già cinque anni fa la testata britannica The Guardian aveva contribuito a coniare il termine e a farlo conoscere nel mondo accendendo i riflettori sul caso di Seattle, una delle prime metropoli americane a sperimentare griglie simili alle nostre rastrelliere per le biciclette strategicamente posizionate sotto i cavalcavia, che spesso fungono da riparo per i senza fissa dimora.

Ora però è la Voce di New York, insieme ad alcuni movimenti locali per la difesa dei diritti dei meno fortunati, ad attirare l’attenzione su una serie di interventi urbanistici che, a ben vedere, mirano non tanto a risolvere il problema quanto a rendere ancor più difficile la vita di chi di certo facile non l’ha. La carrellata delle novità include le grate ondulate della metropolitana, appena installate con sbarre sporgenti che rendono impossibile sdraiarsi sul marciapiede, nuovi dissuasori in ferro (anti-clochard) montati ai piedi delle vetrine oltre che alcune scintillanti panchine di design minimalista, opportunamente inclinate oppure segmentate, sicuramente apprezzabili esteticamente ma poco indicate per un pisolino. 

Del resto, le ‘vecchie’ panchine orizzontali (per lo più in legno e per tre persone sedute comode) sono già sparite da qualche tempo. Non solo nella Grande Mela ma anche nelle nostre città!

Anche a Penn Station (Midtown Manhattan) il principale snodo ferroviario del Nord America, dopo la recente ristrutturazione sono definitivamente sparite le panchine, sostituite da sbarre di legno verticali utili al massimo per appoggiarsi.

Oltreoceano, diverse associazioni a tutela dei diritti incluso la no-profit apolitica National Alliance to End Homelessness, stanno levando la voce in questi giorni di festa per Thanksgiving per sensibilizzare gli americani su un problema che, complice la crisi e i tagli del bilancio, ha assunto proporzioni sempre più allarmanti: non coinvolge ‘solo’ i ceti tradizionalmente ai margini della società, ma anche studenti universitari e famiglie monoreddito.

Le municipalità americane (e non solo quelle) spesso rispondono alle critiche giustificando il design urbano ‘ostile’ con la necessità di tutelare il decoro, ma anche adducendo motivi di sicurezza: disincentivare il crimine, combattere il fenomeno dell’accattonaggio e contenere i rischi di attentati. 

Intanto, nella ricca New York il numero dei senzatetto ha raggiunto livelli comparabili a quelli registrati durante la Grande Depressione degli anni’30: a settembre 2023, secondo la banca dati della sede newyorchese di Coalition for the Homeless, quasi 89mila persone, incluso oltre 30mila minori non disponevano di dimora.  I ‘ricoveri’ pubblici, messi a disposizione dalla Municipalità – una soluzione che negli anni ha dimostrato evidenti falle – sono riusciti, nello stesso mese, a dare rifugio a circa 22mila adulti, meno di un quarto di chi ne avrebbe dovuto disporre.