Turetta: “Ho fatto una cosa orribile, voglio pagare”

AGI – “Ho fatto una cosa orribile, voglio pagare”. Stando a quanto apprende l’AGI, lo ha detto e ridetto più volte Filippo Turetta al pm di Venezia Andrea Petroni nell’interrogatorio di ieri in carcere a Verona. Turetta ha dimostrato “un atteggiamento molto collaborativo”, viene riferito, entrando nei “minimi dettagli” dell’omicidio e spiegando di avere ucciso Giulia a Fosso‘, nella seconda fase dell’aggressione, come confermato anche dagli esiti dell’autopsia.

L’indagato avrebbe fatto riferimento a una non completa consapevolezza di quello che faceva mentre accoltellava l’ex fidanzata e si sarebbe dichiarato “pentito” accompagnando le sue affermazioni in diversi passaggi a un pianto dirotto.

Nell’interrogatorio in carcere di ieri, Filippo Turetta avrebbe raccontato al pm Andrea Petroni che non accettava che Giulia Cecchettin non fosse più “sua”, ammettendo di avere un atteggiamento possessivo con la ragazza dopo essere stato lasciato. È quanto apprende l’AGI da fonti qualificate. Turetta avrebbe anche affermato di essere ancora innamorato di lei e di non essere in grado di rassegnarsi alla fine del rapporto.

La personalità di Filippo Turetta, il giovane accusato di aver ucciso Giulia Cecchettin, sarebbe caratterizzata da una spiccata tendenza alla possessività. Secondo quanto emerso dalle fonti investigative interpellate dall’AGI, il ragazzo non avrebbe invece manifestato tratti ossessivo compulsivi. Per chi indaga, infatti, il ritardo nella laurea non sarebbe stato percepito con particolare tormento da Turetta. A suscitarlo sarebbe stata l’idea di essere lasciato dalla donna che reputava ‘sua’. Se Giulia “non poteva essere sua, allora non sarebbe stata di nessun altro”, era, secondo una fonte, il pensiero fisso di Turetta fino a un omicidio che non può avere nessuna giustificazione. 

Le prime risposte dall’autopsia

L’autopsia di Giulia Cecchettin è durata 14 ore e si è conclusa la notte scorsa. nell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Padova. Gli esperti hanno cercato di concludere gli accertamenti il più in fretta possibile per accelerare le procedure burocratiche di restituzione del corpo alla sua famiglia desiderosa di salutare la ragazza. Col nulla osta della Procura di Venezia si potranno celebrare le esequie martedì a Padova dove arriveranno migliaia di persone nella chiesa di Santa Giustina Maggiore in Prato della Valle.

L’esame di cui la Procura ha incaricato il medico legale Guido Viel ha confermato che Giulia è morta perché ha perso molto sangue a causa della ventina di coltellate che le ha inferto Filippo Turetta, reo confesso. Il momento del decesso sarebbe da collocarsi intorno alle 23 e 40 nelle strade deserte di Fossò, durante la seconda fase aggressione dopo la prima nel parcheggio di Vigonovo.

Filippo Turetta ha usato un solo coltello, da cucina e con una lama da 12 centimetri, per uccidere Giulia Cecchettin. La circostanza emerge dall’autopsia svolta ieri a Padova sul corpo della ragazza. L’altro coltello recuperato dagli investigatori, quello spezzato trovato nel parcheggio di Vigonovo, non l’avrebbe utilizzato.

Giulia ha cercato di scappare ma è stata colpita da una coltellata ed è caduta a terra. Non è stata però la caduta a farle perdere la vita, come si era anche ipotizzato, bensì lo shock emorragico determinato dall'”arma da taglio”. Da valutare se l’ex fidanzato abbia “infierito” sul corpo della giovane donna e rischi quindi la contestazione dell’aggravante della crudeltà.